"Brutte e pericolose, togliete quelle Isole"

Gli arredi urbani di Corso Garibaldi sempre più in pessime condizioni, ma cittadini e commercianti non si arrendono: "Adesso basta"

Migration

di Giacomo Giampieri

Almeno quando sono state inaugurate quasi 8 anni fa godevano di buona salute. "Perché entusiasmanti – a giudicare dal tenore dei commenti degli anconetani – non lo sono mai state". Mentre ora sono anche in condizioni pessime: l’acciaio corten è deformato, la pietra d’Istria presenta crepe vistose, la tecnologia non più funzionante da un bel po’ (zero musica, proiettori spenti). E come non bastasse, le mitologiche isole tecnologiche di Corso Garibaldi, accolte con scettiscismo allora, mai accettate del tutto dalla città ed effettivamente osteggiate a tutt’oggi, sono piene di sporcizia, danneggiate, imbrattate con scritte dei writers, ma anche luogo ideale per far orinare i propri animali domestici. In pratica la fotografia attuale degli arredi urbani, degna di un film dell’orrore, scattata in Corso Garibaldi.

"Mi chiede un giudizio? No comment – sussurra un cittadino – Ricordo bene quando furono presentate (dicembre 2016, ndr): al passaggio dei pedoni venivano trasmessi dei suoni. Adesso bisogna stare attenti a non inciampare nei buchi delle pedane, dove ci sono voragini e fili scoperti". Insomma, un problema dopo l’altro, che hanno portato allo stato odierno in cui versano quelle isole tec, che di tec ormai hanno soltanto il nome. Ciò che non è mutata è la loro collocazione in pieno centro e per i commercianti non è il massimo averle di fronte agli ingressi dei negozi. "Provo ad edulcorare il concetto, ma non credo possa esistere altro termine per descriverle: inguardabili – lamenta Valentino Petrolati della Tazza D’Oro – Penso sia arrivato il momento di toglierle". "Oltre che anti-estetiche, andrebbero sistemate, altrimenti rischiano di diventare pericolose", integra Francesco Gioacchini della Galleria d’Arte Gioacchini. Non troppo differente il commento di Michela Arelli, di Bata: "A me impressiona il fatto che non vengano manutenute correttamente, presentandosi in degrado e colme di rifiuti. Che senso ha tenerle in quelle condizioni?". "Evidenzio anche altri due problemi: quello delle urine dei cani e quello degli skaters che utilizzano le isole come pista – spiega Andrea Masini di Ramas – Mi è capitato di assistere ad una donna con carrozzina schivata miracolosamente. Servono più controlli, magari con un presidio fisso dei vigili a monitorare la situazione".

Per lo storico edicolante di piazza Roma, Fabio Paolinelli, vi sono anche altre criticità cui far fronte con urgenza: "Le isole esteticamente non sono il massimo – afferma – ma quasi ci siamo abituati. Piuttosto, lungo il Corso, sarebbe opportuno installare delle panchine, che fungano esclusivamente da panchine, e non quelle isole che non si è mai capito a cosa dovessero servire. Questa città ha un problema globale di accessibilità. Che si intervenga concretamente su questo e si pensi a ipotesi progettuali diverse, magari legando qualcosa al turismo per attrarre le persone e non presentando arredi degradati".

Arredi che erano stati pensati per richiamare la tradizione marinara di Ancona e come punti di ritrovo e socialità. Funzioni "assolte" nel primo periodo, poi sempre meno. Senza tralasciare il fatto che di notte, spesso, sono state utilizzate come rifugio-dormitorio per le persone senza fissa dimora. Per completare il tour di Corso Garibaldi, anche le fioriere, con lo stesso stile delle isole tecnologiche, sono tutt’altro che al top. Tra deiezioni dei cani e cestini che strabordano di mozziconi di sigarette e inciviltà.