Caccia, anche il Consiglio di Stato boccia il calendario venatorio

Le associazioni ambientaliste avevano appellato la decisione del Tar per quanto riguarda alcune specie di volatili

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Erano contrari a giornate aggiuntive per la caccia di alcuni uccelli decisi dal calendario venatorio e hanno avuto ragione. Con una ordinanza emessa ieri, la terza Sezione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso in appello delle associazioni ambientaliste Lac, Lav, Lipu e Wwwf contro le decisioni precedentemente assunte dal Tar Marche. Gli animalisti erano ricorsi al Tar contro il calendario venatorio 20222023. Il Consiglio di Stato ha accolto le loro motivazioni e ha sospeso nelle Marche le giornate aggiuntive da appostamento alla migratoria per novembre, anticipando anche le date di chiusura a gennaio per la caccia alla beccaccia, ai tordi e agli acquatici. La vittoria si completa con la censura da parte del Consiglio di Stato per quanto riguarda il prelievo del combattente, una specie in un gravissimo stato di conservazione, la cui caccia è stata però consentita dal 18 settembre al 31 ottobre da appostamento. Soddisfatto l’avvocato Tommaso Rossi, storico legale rappresentante delle associazioni ambientaliste marchigiane, il quale sottolinea come "il punto fondamentale di questo pronunciamento è la censura nei confronti del Tar Marche, per il fatto che lo stesso, peraltro in sede di cognizione sommaria, abbia ritenuto generico e, come tale, non legittimante le restrizioni dallo stesso previste, il parere dell’Ispra, invece di porre risalto al principio di precauzione, a presidio del quale si pone il suddetto parere, che investe l’interpretazione dei Key Concepts per stabilire le date di chiusura della caccia, come pure le giornate aggiuntive di caccia ed il prelievo alla specie Combattente". Lac, Lav, Lipu, e Wwf sottolineano come questo risultato "permetterà di salvare dalle doppiette dei cacciatori migliaia di animali".

ma. ver.