"Calenda è in difficoltà, abbia rispetto della città"

Il Pd fa muro alla provocazione del leader di Azione che invitava il sindaco. Mancinelli a lasciare i dem: "Pensi alle dimissioni di massa dal suo partito"

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"Cosa ci fa la Mancinelli ancora col Pd?". Era normale che la dichiarazione di Carlo Calenda, intervenuto venerdì pomeriggio al Ridotto delle Muse per presentare il suo libro, potesse scatenare delle reazioni.

Non è la prima volta, tra l’altro, che il leader di Azione attacca i Dem dopo l’accordo pre-elettorale saltato a settembre, ma ad Ancona il Terzo Polo e i Democratici condividono la maggioranza e sostengono la prossima candidata a sindaco Ida Simonella uscita dalle urne della primarie.

Forse non è stato casuale che Calenda, tanto per mettere un po’ di pepe, abbia deciso volutamente di comportarsi come un elefante nella cristalleria del centrosinistra anconetano.

Tra le reazioni quella di Jacopo Francesco Falà, segretario provinciale Dem di Ancona: "Calenda pensi al suo partito prima di parlare degli amministratori del Pd. La sua sortita, con il suo maldestro tentativo di campagna acquisti, è tanto ridicola quanto inopportuna – attacca Falà che poi rincara la dose danneggiando la stessa maggioranza consiliare –. La tragedia politica di Calenda è umanamente comprensibile: ad Ancona il suo partito è già stato oggetto di un fenomeno di dimissioni di massa che ha lasciato solo pochi iscritti. Inoltre, è notizia proprio di oggi, che ben 31 membri del Direttivo romano di Azione si sono dimessi, causando la decadenza dell’intero organismo, ora commissariato. Per via di modalità di gestione discutibili, Calenda ha tradito la fiducia dei suoi iscritti e ora tenta di fare proselitismo nel Pd. Un atteggiamento non rispettoso nei confronti nostri. Azione e Partito Democratico sono forze che potrebbero e dovrebbero dialogare, non rubarsi vicendevolmente iscritti. Il problema è che Azione, a causa del settarismo di Calenda, rifiuta ogni tipo di confronto con il Pd".

Da Falà ad Alberto Losacco, senatore Pd e Commissario regionale Marche del partito: "Calenda ad Ancona ci aiuti a sconfiggere la destra, abbandonando maldestri tentativi di opa sui nostri dirigenti e le offese nei confronti dei nostri iscritti. Usare le imminenti scadenze elettorali come occasione per generare tensioni ad arte è un segnale di poca attenzione e sensibilità per questa città. Calenda abbia più rispetto per questo territorio e per la città di Ancona, dove bisogna lavorare per garantire un’amministrazione che continui il buon lavoro di questi anni. Tutti si sentano impegnati per questo e soltanto per questo" ha aggiunto Losacco.

Pronta la replica ai dem del coordinatore regionale di Azione, Tommaso Fagioli: "Nessuna dimissione di massa: Azione ad Ancona perse sette iscritti nel 2020 dopo la ‘questione’ Sanna. Il risultato delle ultime elezioni politiche dimostra che il partito sta crescendo nelle Marche. Azione dialoga col Pd senza pregiudiziali, come ha spiegato anche Calenda, dove ci sono candidati capaci come Ida Simonella, che abbiamo contribuito ad eleggere alle primarie. Ma forse per il segretario Falà la provincia di Ancona finisce alle porte del capoluogo". Infine, "per quanto riguarda il tavolo del centrosinistra (previsto per il 6 dicembre) non vi parteciperemo perché laddove il Pd va ‘a braccetto’ con i 5 Stelle non può esserci intesa".

p. cu.