"Cane fascista", Albenga dice no al pastore tedesco anconetano

Nel mirino il nome dell’allevamento di provenienza: Decima Mas

Il cane proveniente dall’allevamento ‘Decima Mas’ rifiutato dal Comune di Albenga

Il cane proveniente dall’allevamento ‘Decima Mas’ rifiutato dal Comune di Albenga

Ancona, 9 novembre 2016 - «Non vogliamo cani da un allevamento che parla fascista». Su questo il sindaco è irremovibile. Si chiama «Decima Mas» l’allevamento di Agugliano finito nel mirino degli amministratori del Comune di Albenga in Liguria. «Decima Mas» il nome del corpo d’armata della Repubblica Sociale, non era accettabile. E’ la storia di un cane antidroga che sarebbe dovuto arrivare fino ad Albenga per la polizia municipale. Il Comune della provincia di Savona però, guidato da una giunta di centrosinistra, ha detto no. Il motivo? Proprio quel nome di fascista memoria. Il dibattito è esploso in Consiglio comunale con Forza Italia che ha preso le difese del cane. Il motivo principale per cui la giunta ha deciso di respingere la proposta è che prevede costi eccessivi soprattutto per il mantenimento del cane, ha poi aggiustato il tiro il sindaco Giorgio Cangiani, Pd. Però ha ammesso che il nome dell’allevamento da cui proviene ha un ruolo nella scelta, per una questione di rispetto per la storia di Albenga, dice. Dura la replica della minoranza di centrodestra: «Per una stupidaggine hanno privato la nostra città di un servizio importante. Quell’allevamento è il più conveniente ma poi l’intervento della Cgil ha bloccato tutto». Allibito il proprietario dell’allevamento, Daniele Barbanera, conosciutissimo nell’ambiente: «Pensino ad amministrare».

Daniele Barbanera, ma il suo pastore tedesco è veramente fascista? «Ma non scherziamo, questa storia ha dell’incredibile. Verrebbe da ridere, ma in realtà c’è da piangere».

Scusi ma per quale motivo il suo allevamento ha come nome ‘Decima Mas’?

«È stato un omaggio a un mio parente e a un carissimo amico di mio padre che ne facevano parte. Detto questo il nome del mio allevamento doveva essere un altro».

Cioè?

«Tanti anni fa quando ha preso vita questa struttura inviai all’Enci (Ente nazionale delle cinofilia italiana, ndr) tre possibili nomi: di Vallechiara, di Chiaravalle e Decima Mas. I primi due vennero esclusi perché simili ad altri e mi diedero l’ok sull’ultimo. Tutto qui».

Ma lei è di destra?

«Non è questo il problema».

E allora cosa ne pensa di tutto questo?

«Che la politica dovrebbe dedicarsi ad amministrare bene e non a cimentarsi su queste polemiche. E in questo caso come amministratori hanno sbagliato».

In che senso?

«I miei cani vengono utilizzati da polizia, carabinieri, finanza, protezione civile, salvano le persone e scovano i malfattori. L’importante è che riescano a svolgere al meglio il loro compito non certamente l’orientamento politico. Se loro hanno un problema con la droga avevano trovato un pastore tedesco fantastico che li avrebbe aiutati. Invece parlano di fascismo. Così non aiutano i loro concittadini ad affrontare un tema caldo come la lotta alla droga».

Come si chiama il cane?

«Olimpia, ha 9 mesi e non è fascista o comunista oppure grillina, è soltanto un bravo cane antidroga».

È lei che prepara i cani?

«Certo. Ho vinto 15 trofei come allevatore, li curiamo e prepariamo al meglio per affrontare i loro compiti. Domani, ad esempio, sarò a Nettuno per consegnare due pastori alla polizia».

È stato contattato dal Comune di Albenga?

«No. Io ho inviato il preventivo e poi ho saputo che non si faceva più nulla. Però...».

Cosa?

«Non mi hanno chiamato loro ma tanti amici, allevatori, che mi hanno espresso la loro solidarietà per questa situazione assurda che si è venuta a creare».

Senta, ma ha pensato di regalare il cane al sindaco di Albenga?

«Sinceramente no, però potrebbe essere un’idea sulla quale riflettere. Però non credo che si meritino di avere con loro la mia Olimpia».