SARA FERRERI
Cronaca

Cannabis, tutto da rifare. Il Tar sospende il decreto: "Non ci sono le prove che l’olio faccia male"

Il ministero della salute aveva incluso il Cbd tra le sostanze stupefacenti, inguaiando le attività che vendono prodotti derivanti dalla lavorazione "Dopo questo pronunciamento ci sentiamo più forti e fiduciosi".

Cannabis, tutto da rifare. Il Tar sospende il decreto: "Non ci sono le prove che l’olio faccia male"

Il ministero della salute aveva incluso il Cbd tra le sostanze stupefacenti, inguaiando le attività che vendono prodotti derivanti dalla lavorazione "Dopo questo pronunciamento ci sentiamo più forti e fiduciosi".

Alessandro Lombardi insieme a Thomas Mutti di Jesi dal 2018 ad oggi hanno aperto 7 cannabis shop, sotto il marchio ‘Zona franca’. Sono tra coloro che con l’associazione Canapa Sativa Italia hanno presentato ricorso al Tar contro il decreto di giugno che inseriva l’olio Cbd tra i medicinali, utilizzabili solo su prescrizione medica.

Lombardi, perché è importante per voi questa pronuncia del Tar Lazio?

"Dopo questa ordinanza ci sentiamo un po’ più forti e fiduciosi nel poter andare avanti. Nel recente passato abbiamo assistito a una sorta di terrorismo psicologico e molti hanno pensato che la cannabis light fosse stata vietata. Noi non siamo spacciatori ne’ narcos, stiamo solo lottando per continuare a lavorare sul territorio e dare lavoro a tante imprese e persone. Nel nostro piccolo abbiamo creato un indotto marchigiano e italiano importante. Prima dell’arrivo del decreto stavamo pensando di aprire l’ottavo punto vendita, sulla costa".

Di che cifre parliamo?

"Il nostro fatturato del 2023 è stato intorno ai 430mila prodotti al Cbd, cosmetici e infiorescenze venduti".

E cosa è cambiato dopo il decreto di giugno?

"Noi nei nostri distributori automatici ad Ancona, Jesi, Castelbellino, Falconara, Chiaravalle, Fabriano e Civitanova abbiamo continuato a vendere l’olio cbd come cosmetico, ma il fatto di averlo inserito tra i medicinali ha creato confusione e anche un certo allarme. In alcune zone d’Italia ci sono stati sequestri. Noi abbiamo sempre continuate a venderlo come cosmetico non per uso orale che non è consentito dalla legge. Quella del governo è una battaglia ideologica e questa ordinanza del Tar Lazio va a intaccare anche una parte del disegno di legge che vorrebbe vietare la cannabis light mettendo in ginocchio un intero settore".

Il vostro futuro è ancora a rischio?

"Fortunatamente si stanno mobilitando anche le più importanti associazioni di categoria del nostro Paese a tutela di un settore che contribuisce alla crescita economica. Sono fiducioso". Secondo esponenti di governo l’olio Cbd è sostanza pericolosa, secondo voi non ci sono rischi?

"No, ma non lo diciamo noi, quanto piuttosto studi scientifici che ne dimostrano l’efficacia come antinfiammatorio, per la psoriasi ad esempio. Tra l’altro noi, per nostra scelta etica, vendiamo olio Cbd e infiorescenze tramite i nostri distributori automatici soltanto ai maggiorenni con il meccanismo della tessera sanitaria. Un servizio molto utilizzato. Questa sospensione del decreto da parte del tribunale, tra l’altro la seconda dopo quella dello scorso anno, è un passo avanti importante perché da’ valore al fatto che non spacciatori, ne’ criminali, ne’ narcos. Noi abbiamo un commercialista e paghiamo regolarmente le tasse. C’è stato un accanimento ideologico che non si riesce proprio a capire e che in altri paesi europei non esiste".