SARA FERRERI
Cronaca

Caos visite mediche ad Ancona: "Saltano le priorità, se c’è posto tra mesi bisogna aspettare"

La denuncia di alcuni lettori: "Il medico dice di fare un esame entro dieci giorni, poi il Cup la trova a ottobre e l’urgenza non vale più L’unica possibilità resta quella di andare fuori regione a pagamento"

Visite mediche: saltano le priorità e le urgenze

Visite mediche: saltano le priorità e le urgenze

Ancona, 12 agosto 2023 – Per diminuire i chilometri che i pazienti sono costretti a fare per svolgere una visita o una prestazione sanitaria (dall’ambito regionale a quello provinciale) saltano le priorità. Sono le nuove indicazioni della Regione inviate agli operatori Cup e ai direttori Ast svelate dai nostri lettori.

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"Ho una colonscopia da effettuare entro 10 giorni come da prescrizione del mio medico di famiglia – spiega un paziente –. Mi hanno detto che siccome c’era posto ad Ancona a novembre per loro la mia richiesta era soddisfatta. Ho chiesto di inserirmi nella lista di garanzia, che ora si chiama presa in carico, possibilità che illustra la voce registrata al Cup telefonico nel caso in cui la prestazione non possa essere effettuata dal servizio sanitario nazionale entro le priorità indicate. Ebbene ho scoperto che la Regione ha trovato il modo di non considerare più le priorità indicate dal medico. Il gioco delle tre carte: si finge di aver trovato un posto al paziente ben sapendo che è del tutto inutile vista l’urgenza della prestazione. Mi chiedo: visto che c’è un monitoraggio del Ministero della salute proprio sul rispetto delle priorità, tutto questo è legale?".

“A inizio agosto mia sorella doveva fare una risonanza magnetica encefalo – aggiunge un’altra lettrice – entro 10 giorni come le ha prescritto il suo medico e mi hanno risposto che siccome c’era posto a ottobre non potevano inserirmi nella lista di presa in carico perché secondo loro la sua richiesta era soddisfatta. Ma il suo medico le ha prescritto la risonanza da fare entro 10 giorni per un grave problema neurologico. È chiaro che non può attendere ottobre. L’alternativa è il privato oppure Rimini come consigliano gli stessi medici".

In effetti c’è una direttiva della Regione rivolta agli operatori Cup che spiega che per inserire la prestazione nella lista di presa in carico "Non deve essere stato trovato posto in un ambulatorio della Ast di residenza (non si specifica in che tempi, ndr)". Quindi se il pc dell’operatore dà una visita anche diversi mesi dopo l’utente non ha più diritto ad alcuna lista di presa in carico.

Alcuni casi sono arrivati anche al Tribunale del malato di Jesi che tramite il coordinatore Paquale Liguori denuncia: "Da un giorno all’altro, dal 22 luglio i cittadini si sono sentiti dire dall’operatore Cup che le norme di prenotazione di esami e visite sono cambiate. Erano mesi che l’assessore Saltamartini preannunciava che finalmente l’area di assegnazione della sede per visite e accertamenti era quello provinciale della Ast di appartenenza e non più regionale. Purtroppo i pazienti segnalano che così non è: le nuove modalità di prenotazione prevedono che, qualora l’operatore individui un posto nell’ambito provinciale, non si tenga più conto della priorità della prescrizione. Tutto ciò significa che a un paziente con una ricetta con priorità a 10 o 30 giorni, qualora l’operatore trovi un posto anche tra sei mesi, incredibilmente salta la sua priorità in ricetta. Ma a che gioco stiamo giocando? Se davvero si vuole affrontare il problema delle liste di attesa - conclude Liguori - si metta mano ad aumentare l’offerta di prestazioni, incentivando economicamente gli operatori a lavorare anche nei pomeriggi, nei sabati e anche nei festivi, per sfruttare appieno l’utilizzo delle apparecchiature. E infine si controllino i volumi di attività della libera professione in ospedale: abbiamo la sensazione che essi siano eccessivi rispetto a quelli in convenzione".