GIUSEPPE POLI
Cronaca

Carlino d’Oro a Rossi: "Vittoria per mio padre, lui era il primo tifoso. E ora altro Mondiale"

Il fuoriclasse della vela premiato in redazione dopo l’ennesimo trionfo "Bello sentire l’inno italiano grazie a te. Già pronto per una nuova sfida.

Carlino d’Oro a Rossi: "Vittoria per mio padre, lui era il primo tifoso. E ora altro Mondiale"
Carlino d’Oro a Rossi: "Vittoria per mio padre, lui era il primo tifoso. E ora altro Mondiale"

Alberto Rossi, pluricampione del mondo di vela, i primi dello scorso mese di settembre ha centrato un nuovo successo iridato nella sua lunga carriera sportiva di velista d’eccezione. Stavolta sul Lago di Garda con il Melges 32 Enfant Terrible-Adria Ferries, la stessa imbarcazione con cui lo scorso anno era giunto secondo al Mondiale di Puntaldia, in Sardegna. un nuovo titolo mondiale per l’armatore e timoniere anconetano che in questa circostanza ha dedicato il successo al padre Carlo, scomparso nello scorso mese di maggio. Ieri mattina Alberto Rossi è stato premiato in redazione ad Ancona dal caporedattore Andrea Brusa con il Carlino d’Oro, simbolo e storia del nostro quotidiano.

Il fuoriclasse della vela mondiale ha raccontato tanti aspetti della sua carriera sportiva, a cominciare dalla sua prima imbarcazione: "Non era la mia, regatavo con le barche del circolo. Quand’ero piccolo eravamo sempre in mare con mio padre ma avevamo una barca a motore. Poi ho cominciato con mio fratello con un Soling e dopo tante miglia siamo riusciti a convincere mio padre a prendere una barca a vela e da lì abbiamo navigato tanto, insieme. Ricordo un 12 metri, volevo provarla, partimmo io, lui, mia madre e i miei fratelli, da Numana, dovevamo andare in Grecia, la prima tappa la feci a Mykonos dopo quattro giorni".

Quindi i racconti dell’ultimo Mondiale di settembre e della sfida con la figlia Claudia: "Quando grazie a te suona l’inno è sempre un momento particolare. Ero partito per vincere, avevo vissuto una stagione finalizzata al Mondiale e sapevo che ce lo giocavamo, noi e Claudia, ma sapevamo di potercela fare. Le prime regate le abbiamo fatte su Claudia, infatti, tanto che lei non era contentissima, ma sapevamo che era lei la barca da battere". Una figlia, Claudia, che ha ereditato la passione del mare e del timone da papà Alberto, tra somiglianze e inevitabili differenze: "Siamo simili nella determinazione, nel metodo del lavoro, nell’impegno, nel sacrificio. Ma anche diversi per il fatto che lei ha trent’anni e un entusiasmo diverso dal mio, con ancora tante cose da fare, la differenza sta proprio nell’età". Ancora sulla sfida con Claudia: "Pensavo che vincesse lei, perché aveva i requisiti per farlo. Ma ci sono anche gli elementi imponderabili, loro hanno avuto un problema alla barca, facevano acqua e non se ne erano accorti, fattore che ha inciso moltissimo sul risultato. Ma è stata comunque l’avversario più temibile in assoluto".

Un Mondiale vinto con dedica al padre Carlo: non è stato un periodo facile, il campione anconetano lo ammette, non senza emozionarsi: "Alla fine sono stato contento comunque di aver avuto l’opportunità di dedicargli la vittoria, era il mio primo tifoso". Intanto Alberto pensa già a un prossimo mondiale, ma ci sono ancora tanti aspetti da decidere: "Dopo l’incendio all’ex Tubimar in cui abbiamo perso tutte le barche, perché con loro si crea un legame un po’ come il fantino con il cavallo, c’ero rimasto talmente male che non avevo più regatato. Questa barca però, il Melges 32, è molto divertente, nervosa, va forte, ed è stata la scusa per ricominciare. Farò la prossima stagione, Claudia non credo, lei punta al J70. E poi c’è una nuova classe che sta uscendo, un’imbarcazione di 51 piedi della Wally, se dovesse essere molto performante e uscire nei tempi e modi che stanno anticipando potrebbe essere quella la sfida giusta".