"Caro benzina, non siamo noi gli speculatori"

La rabbia dei gestori nei distributori della città: "Con questo lavoro non si guadagna più. I prezzi? Li decidono le compagnie petrolifere"

"Caro benzina, non siamo noi gli speculatori"

"Caro benzina, non siamo noi gli speculatori"

di Marina Verdenelli

Lo sciopero del 25 e 26 gennaio per ora è congelato ma i benzinai dorici non ci stanno ad essere additati come coloro che speculerebbero sui rincari del carburante i cui prezzi, dal diesel al gpl passando per la benzina, hanno subito un’impennata con l’inizio del nuovo anno. L’ondata di fango contro la categoria era arrivata con le insinuazioni da parte del governo Meloni dopo la cancellazione dello sconto sulle accise (la tassa governativa applicata ai carburanti) decise dall’esecutivo a partire dal 1 gennaio scorso. Ma guadagnano veramente così tanto i benzinai visti i prezzi alle stelle? Il Carlino ha fatto un viaggio tra le stazioni di servizio della città dove l’unica ricchezza trovata sono stati i sorrisi e la pazienza di chi ogni giorno sta al freddo e sotto le intemperie per servire i clienti che arrivano per fare carburante. "Guadagnare? Con il benzinaio ci ripago solo le spese – spiega Andrea Cesaro, titolare della stazione di servizio Eni, in via della Montagnola, con annesso caffè e ristorante – l’ho preso solo per far lavorare di più il bar perché con i rifornimenti di benzina e diesel non si fanno più i soldi. Forse in passato, ma adesso l’aria è diversa". Ad essere additati come quelli che sugli aumenti speculano ammette di esserci "rimasto male perché a me ogni mattina arriva il listino dei prezzi scelto da Eni e a quello devo attenermi, anzi devo essere anche veloce a cambiare il tariffario esposto perché se no sono fuorilegge". Cesaro allo sciopero avrebbe aderito volentieri. Di diverso avviso sullo sciopero è Raffaele Ruocco, benzinaio Q8 sempre in via della Montagnola. "Si crea solo panico – dice – e non serve a niente perché le cose non cambiano. Purtroppo si cerca sempre il colpevole per innocenza. I prezzi al cliente vengono imposti dalle compagnie petrolifere, non è la vendita finale, cioè noi, che speculiamo. Se domani ci dicono vendi a 5 euro al litro noi quello dobbiamo fare". La clientela però sembra aver capito che non è il benzinaio che rincara i prezzi per guadagnare di più in questo momento infatti i i consumi non sono diminuiti. "Abbiamo gli stessi clienti – osserva Loris Binci, benzinaio Ip fuori dalla galleria Risorgimento, in piazzale della Libertà – a fine dicembre c’è stato chi si presentava con le taniche per fare rifornimento, perché avevano annunciato aumenti ad anno nuovo. Abbiamo lavorato anche di più. Le persone le auto per spostarsi le usano e fanno rifornimento lo stesso. I prezzi erano più alti lo scorso anno, a marzo, subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, il diesel era arrivato a 2,099. Qualcuno protesta sì, se la prende con noi ma la verità è che nessuno ci capisce nulla. Faccio da 15 anni questo lavoro ormai sono abituato a tutto".

Al Q8 di viale della Vittoria il benzinaio spiega che il gestore prende dai 3 ai 6 centesimi al litro e il guadagno, con questi aumenti, in realtà diminuisce per la categoria perché "abbiamo clienti che fanno standard 20 euro di carburante che se costa di più ci vanno meno litri, dire che noi speculiamo è pazzia".