Cartellino giallo al bilancio

Le spese per l’Interporto e quelle per l’osservatorio geofisico sperimentale di Macerata fanno passare con riserva il rendiconto generale della Regione Marche per l’esercizio finanziario al controllo della Corte dei Conti. La parifica passa nelle sue componenti del conto di bilancio, del conto economico e dello stato patrimoniale ad eccezione di quei due capitoli di spesa su cui l’esecutivo dovrà rimettere mano. Per l’Interporto è il trasferimento per il rimborso spese di liquidazione della società Cemim, oltre 130mila euro impegnati, mentre per l’altro capitolo di spesa il riferimento è ai contributi sociali al centro di ecologia e climatologia dell’osservatorio geofisico sperimentale di Macerata, una cifra pari a poco più di 6mila euro. Insomma un cartellino giallo che invita la Regione a rivedere quelle spese.

Il giudizio di parificazione è arrivato ieri, con l’udienza che per la prima volta si è svolta da remoto, in videoconferenza, per le note vicende della pandemia. Per ciò che riguarda la gestione finanziaria le verifiche svolte danno un quadro "sostanzialmente positivo – ha evidenziato Antonio Contu, presidente della sezione regionale di controllo per le Marche – sono stati rispettati l’equilibrio finanziario complessivo e gli equilibri interni di bilancio".

Nel 2019 non si sono registrate tensioni di cassa. Il fondo, al 31 dicembre 2019, ammonta a quasi 423 milioni di euro, per la maggior parte afferente alla gestione sanitaria. Rilevata una bassa capacità di riscossione dei residui attivi precedenti l’anno 2015, a tutt’oggi oggetto di azioni di recupero da parte dell’Agenzia delle Entrate. Rispettati i limiti quantitativi e qualitativi all’indebitamento che al 31 dicembre risultava ammontante a 658 milioni di euro. Per lo più per mutui contratti e una minima parte per prestiti obligazionari. La Sezione, sempre sulla questione Interporto, ha raccomandato un attento monitoraggio rimarcando come la società, all’esito dell’esercizio 2019, ha fatto registrare una perdita di esercizio (pari a 625.886 euro) e un ulteriore significativo incremento dell’esposizione debitoria attestata al 31 dicembre in quasi 12 milioni di euro.