"Case di riposo a rischio: subito gli aiuti o si chiude"

Il direttore Franco Pesaresi lancia l’allarme: "Costi aumentati oltre il 100 per cento. E non possiamo aumentare le rette perché c’è chi andrebbe in seria difficoltà"

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di Sara Ferreri

"Il caro bollette si abbatte sulle strutture residenziali per anziani: se non interverranno aiuti, in vista ci sono aumenti delle rette che rischiano di essere insostenibili per le famiglie ma anche possibili chiusure dei servizi". A parlare è il direttore dell’azienda unica alla persona Asp 9 Franco Pesaresi. "Gli aumenti sono davvero consistenti – rimarca il direttore Pesaresi – e stanno pesando moltissimo nei costi della gestione delle strutture per anziani. È difficile stimare a quanto ammontano esattamente i rincari, ora tanto più che il riscaldamento è in appalto, ma i primi dati ci indicano un aumento che è superiore al 100 per cento. Se non ci saranno ristori statali qualcuno dovrà pagare i maggiori costi. La maggior parte delle strutture andranno in disavanzo con i rischi che questo comporta".

Da quando la pandemia è arrivata nelle strutture gestite dall’Asp 9 non sono stati applicati aumenti delle tariffe grazie ai ristori arrivati dallo Stato. Ma ora la situazione, senza certezze sui ristori, è quantomai incerta. "Se dovessimo applicare l’aumento delle bollette alle rette, dovrebbero salire di 10-12 euro al giorno – spiega ancora Pesaresi – un rincaro insopportabile per le famiglie". Molti di coloro che sono ospitati in casa di riposo non hanno alternative non avendo la possibilità di assistenza in famiglia, ma rincari dell’ordine di 300 euro al mese potrebbero metterli in seria difficoltà. "Vedo una situazione molto difficile dal punto di vista economico – rimarca Pesaresi – qualcuno si dovrà far carico delle rette e non vorremmo si arrivasse ad un impoverimento degli ospiti e delle loro famiglie". In attesa di novità c’è anche il rischio chiusura. "Rischiamo di perdere – spiega Pesaresi - una parte delle strutture che non potranno far fronte a questi costi". È anche per questo che le associazioni italiane del coordinamento dei gestori di servizi di assistenza socio-sanitaria nei giorni scorsi hanno fatto un appello corale al governo per avere un celere intervento economico per sostenere il settore dell’assistenza ai più fragili, visto il caro energia. "Molte delle strutture marchigiane – spiega ancora il direttore dell’Asp9 – derivano da donazioni non solo del secolo scorso anche di due tre secoli fa, strutture molto vecchie che non hanno grandissime possibilità di risparmio utilizzando metodiche ordinarie. Quindi – conclude – nel breve periodo non ci sono soluzioni o alternative per ridurre la spesa in queste strutture".