Caso Beko e tanto altro. Il Carlino ha intervistato Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche.
Qual è la situazione delle Marche alla ripresa autunnale? Quale lo stato di salute delle imprese?
"E’ una situazione molto complicata come lo sono il contesto internazionale e quello nazionale per cui la regione rischia di essere l’anello debole. Data la premessa, reggono le multinazionali, ad eccezione del bianco con la grande incertezza della Beko Europe che, tra Fabriano e Comunanza, occupa oltre 1500 lavoratori tra diretti e indotto. Proprio in queste ultime ore, abbiamo saputo che il gruppo vuole chiudere 2 stabilimenti in Polonia: un segnale molto preoccupante per le Marche. L’obiettivo dichiarato dell’azienda era quello di realizzare, nel 2024, 24 milioni di pezzi ma finora siamo solo alla metà. Questa è la principale vertenza in atto su cui tra l’altro la Regione non pone particolare attenzione".
I settori più sofferenti?
"L’industria, senza dubbio, e, in questo ambito, quelli della metalmeccanica e della moda. In questi primi sei mesi dell’anno, sono state autorizzate 10,5 milioni di ore di cassa integrazione che, secondo Ires, corrispondono a circa 20mila lavoratori che hanno avuto stipendi tagliati. A tutto questo, si somma la crisi dei settori artigianali. Il solo comparto che va avanti è l’edilizia e questo grazie alla ricostruzione post sisma che sta garantendo la stabilità dell’occupazione" .
Insomma, ripresa in salita.
"E’ una situazione difficile perché poi va considerato il primato delle Marche per il lavoro precario e il part time involontario. Il tutto sottolineando che le retribuzioni segnano un -11,4% rispetto alla media nazionale e le pensioni sono in media pari a 956 euro mensili con 264 euro in meno rispetto alla media nazionale. Di qui, l’esplosione della povertà nel ceto medio marchigiano".
E i giovani? Qual è la loro condizione?
"I giovani sono la prima emergenza delle Marche ma, al tempo stesso,la principale condizione per il rilancio è proprio quella di avere la capacità di attrarli. Ma per ora siamo molto indietro. Il tasso di occupazione entro i primi 3 anni dal diploma colloca le Marche 10 punti percentuali in meno rispetto alla media Ue. Non solo. Il tasso di occupazione dei laureati ci vede 16 punti percentuali al di sotto della media Ue e 2 punti sotto la media nazionale. Dal 2011 al 2024 sono oltre 30mila i giovani tra i 18 e i 39 anni che si sono trasferiti all’estero".
Le proposte Cgil per uscire dalla crisi?
"Vanno rinnovati i contratti nazionali scaduti, va rafforzata la contrattazione di secondo livello, bisogna bloccare il taglio dell’ adeguamento delle pensioni all’inflazione nella nuova legge di bilancio".
E la Regione, cosa sta facendo o farà? Tra un anno, si andrà al voto…
"La Regione dovrebbe favorire la costruzione di un piano industriale regionale che accompagni le piccole e medie imprese nell’innovazione di processo e di prodotto e nel trasferimento tecnologico. In sostanza, non dovrebbero dare il pesce ma insegnare ad usare la canna da pesca per innalzare il pavimento tecnologico delle imprese. Su queste sfide si vince il futuro, invece, in questi anni è la politica dei bandi a pioggia a trionfare. Non a caso, in quest’ultimo periodo, lo scivolamento verso sud è stato ancora più marcato. In una fase così delicata, c’è il rischio che il perenne clima da campagna elettorale non aiuti ad affrontare i veri nodi. Non dimentichiamoci che, alle ultime elezioni europee, laddove non si votava per le amministrative, solo il 45% si è recato alle urne. E’ chiaro: i marchigiani si sentono abbandonati dalla politica".