Legacoop ha chiesto nelle scorse settimane il commissariamento di Moncaro viste le grosse difficoltà e il nuovo Cda, con una sorta di blitz, e nonostante il voto contrario della presidente Donatella Manetti vota a maggioranza l’uscita da quell’associazione. Una decisione che se dovesse avere valore legale, ma probabilmente no, comporterebbe un ulteriore stop proprio nel momento in cui il custode giudiziario nominato dal Tribunale, Marcello Pollio, sta lavorando per far ripartire la vendita del vino nella grande distribuzione ferma da mesi. L’inserimento del punto all’ordine del giorno del Cda convocato per decidere delle riassunzioni di 4 ex dipendenti avrebbe dovuto essere autorizzata dal custode. "Non sapevo che ieri (giovedì, ndr) il Cda avrebbe discusso l’uscita da Legacoop perché non era all’ordine del giorno – riferisce Pollio – Non mi hanno informato o invitato alla discussione. Ho partecipato solo per esaminare la discussione del punto da me richiesto per la riassunzione dei dipendenti necessari alla continuità aziendale. Ho ricevuto il verbale questa mattina (ieri, ndr) e non ho ancora valutato quali decisioni spettano al mio ufficio. Sono dubbioso per la decisione assunta perché occorre esaminare ogni possibile conseguenza. Comprendo che la decisione possa essere stata mossa dall’interesse di tutelare la reputazione dei consiglieri, eppure in questa situazione occorre guardare soprattutto a quella della cooperativa anche presso i clienti".
Nel mirino degli amministratori, 6 su 8, che hanno votato per uscire da Legacoop "il ruolo assunto da Legacoop nella denuncia presentata al Ministero (Mimit) la quale ha comportato l’ispezione straordinaria del ministero" si legge nel verbale. Tra le accuse alla Legacoop alla base della decisione che il Cda rivendica come legittima, c’è quella di un ridotto volume di affari. Un’uscita che sarebbe stata fortemente voluta dalla socia abruzzese Federica Morricone, proprietaria della cantina villa Medoro, finita nel mirino degli ispettori ministeriali in quanto la vendita della cantina abruzzese, non conclusa avrebbe comportato un esborso di 6 milioni di euro per la cooperativa marchigiana. "Io – spiega la presidente Manetti – ho votato contro questo punto. Non era all’ordine del giorno e inoltre non eravamo adeguatamente informati sull’argomento soprattutto quali poi potrebbero essere gli effetti di questa decisione per la cooperativa".
"Un Cda che si trova in mezzo ad una crisi drammatica e che è stato esautorato dal tribunale con la nomina di un custode con il quale Legacoop sta collaborando sin dai primi giorni della sua nomina, non ha nulla di meglio da fare che deliberare? – replica il presidente di Legacoop Marche Frano Alleruzzo – Legacoop ha sempre sostenuto la cooperativa in tanti modi, come attraverso un finanziamento, grazie a Coopfond, superiore ad un milione di euro, e con contratti di vendita con la grande distribuzione Coop e Conad, il tutto reso possibile dall’adesione di Moncaro al sistema Lega. Non posso che ribadire la scelta fatta da Legacoop di chiedere il commissariamento e la delibera dell’attuale CdA rende evidente la bontà di questa scelta a tutela della continuità di Moncaro, dei soci e della produzione vitivinicola marchigiana".
Sara Ferreri