Cassa depositi e prestiti, il braccio teso alle nostre imprese

Grandi gruppi hanno instaurato un rapporto di fiducia. Una regione da 42 miliardi di prodotto interno lordo incentrato sul manifatturiero

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In due anni oltre 3150 imprese marchigiane hanno potuto beneficiare di prestiti erogati dalla Cassa Depositi e Prestiti, per un totale di circa 690 milioni. Il dato è stato reso noto nel corso dell’evento "Spazio Imprese", organizzato dalla sede anconetana di Cdp per presentare lo studio sull’economia marchigiana, studio che si è concentrato in particolare su cinque settori ritenuti particolarmente strategici per il rilancio e rilevanti per il territorio: agroalimentare, manifatturiero, informatico, infrastrutturale, impiantistico e edile. Solo due mesi fa l’evento inaugurale nel capoluogo della nuova sede della Società, controllata in larga parte dal Ministero dell’Economia e terza istituzione bancaria italiana.

"Le Marche sono un territorio strategico per l’industria nazionale - aveva dichiarato in quell’occasione il Presidente di Cdp Giovanni Gorno Tempini- caratterizzato da distretti industriali d’eccellenza e da una decisa impronta manifatturiera". Fra le principali operazioni dirette finalizzate nelle Marche da Cassa Depositi e Prestiti, si segnalano, ad esempio, quelle con Filippetti, Gruppo Fileni, Coopelat, Profilglass e Renco. Al webinar "Spazio Imprese", trasmesso in diretta streaming, hanno partecipato l’altra mattina il Vice Presidente della Regione Mirco Carloni, il Responsabile della Divisione CDP Imprese Nunzio Tartaglia, il Presidente Confindustria Marche Claudio Schiavoni, il Presidente HAMU (HUB Abruzzo, Marche, Umbria), nonché Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero e la Responsabile Pianificazione Strategica di Valmex S.p.A. Francesca Capodagli mentre lo studio "L’economia marchigiana – le 5 eccellenze da cui ripartire" è stato coordinato da Andrea Montanino, Chief Economist del Gruppo CDP. Dalla ricerca è emerso che le Marche sono una realtà da oltre 42 miliardi di euro di prodotto interno lordo, pari a circa il 2,4% del totale nazionale. Con un modello produttivo incentrato sull’economia distrettuale e la manifattura, la regione ha particolarmente sofferto le crisi che si sono succedute nel corso degli ultimi dieci anni, aggravate peraltro dagli eventi sismici. Le cinque eccellenze individuate dalla ricerca sono: sistema manifatturiero distrettuale, agricoltura biologica, offerta turistica, sistema della formazione, economia circolare. E’ emerso anche come l’export avrà un ruolo propulsivo nella ripresa del territorio ma serviranno infrastrutture, non solo fisiche ma anche digitali, capaci di colmare un gap importante di competitività. Sarà poi importante riuscire a ridurre il gap di crescita tra entroterra e costa e aumentare la capacità di attrazione di capitale umano. "La regione Marche dispone di molte eccellenze da cui ripartire - ha sottolineato Paolo Calcagnini, Vice Direttore Generale CDP- pensiamo, ad esempio, al sistema manifatturiero distrettuale, che colloca la regione al terzo posto per numero di distretti e al primo posto per quota di occupati in manifattura e può rappresentare la base per inserire le aziende marchigiane nelle filiere più strategiche a livello europeo".

Ilaria Traditi