Delitto del catamarano, l'amarezza dei poliziotti per la scomparsa di De Cristofaro

I due ispettori che lo avevano catturato a maggio in Portogallo: pronti a rimetterci alle sue costole. E il capo della Mobile di Ancona ha già chiesto di poter seguire le indagini

Filippo Antonio De Cristofaro

Filippo Antonio De Cristofaro

Ancona, 22 febbraio 2017 - Per oltre due anni hanno passato al setaccio centinaia di connessioni internet e immagini registrate dalle telecamere di mezza Europa prima di riconoscere, dietro il pizzetto e l’abbronzatura, il volto di Filippo De Cristofaro. Hanno viaggiato dall’Ucraina alla Francia prima di arrivare a Sintra, in Portogallo, dove finalmente hanno rintracciato uno dei latitanti italiani più ricercati.

Ora gli ispettori superiori della squadra mobile di Ancona Roberto Quargnal e Dante Ciarafani, che avevano arrestato il killer del catamarano a maggio 2016, sono pronti a mettersi di nuovo alle costole dell’ergastolano, che è riuscito già tre volte a prendere il largo e a beffare le autorità italiane. Stavolta ci è riuscito con l’aiuto della giustizia portoghese, che lo ha scarcerato il 15 ottobre perché erano scaduti i termini di carcerazione ma solo lunedì, dopo l’ultima sollecitazione, ne ha informato ufficialmente la procura di Milano.

VIDEO / Ecco come è oggi De Cristofaro

La nuova fuga ‘autorizzata’ di Pippo De Cristofaro avrà senz’altro amareggiato chi per due anni si è dedicato alla sua cattura, che ha visto evaporare un lavoro così lungo e certosino. A dispetto della delusione, che inevitabilmente traspare, la terza ‘evasione’ ha comunque riacceso i motori della polizia anconetana. Il capo della Squadra mobile Virgilio Russo ha già chiesto ai magistrati milanesi di potersi occupare delle ricerche attraverso i due ispettori, ormai ‘specializzati’ nella caccia al Rambo dei mari.

«Abbiamo il vantaggio di essere gli ultimi poliziotti italiani ad averlo visto – dice Quargnal – e ora aspettiamo le decisioni della procura di Milano. La ricerca dei latitanti è sempre molto avvincente e in questo caso abbiamo una motivazione in più».

«Nei due anni che gli abbiamo dato la caccia – aggiunge Ciarafani – inevitabilmente ne abbiamo imparato a conoscere anche il modo di ragionare».

I due ispettori sanno di avere davanti una grande sfida che è una sorta di rompicapo. «De Cristofaro è un uomo molto scaltro – commentano – e capace di apprendere con estrema facilità. Con sé, l’altra volta, aveva anche un dizionario di cinese».

«Dopo l’ultimo arresto – ipotizzano Roberto Quargnal e Dante Ciarafani – avrà tagliato definitivamente tutti i ponti, per rendere più difficile l’avvio delle ricerche. È molto improbabile che torni in Italia. Si è anche dimostrato molto parsimonioso: durante il suo periodo in Portogallo è riuscito a vivere ai margini della società, in condizioni comunque dignitose. Abitava in una casa di campagna, senza l’allaccio del gas, e per riscaldarsi tagliava lui stesso la legna. Mangiava le verdure che coltivava lui stesso».

A 63 anni, con la prospettiva di tornare in cella per altri cinque e con il bagaglio di esperienza da latitante, De Cristofaro sa come rendersi invisibile, ma i poliziotti anconetani sono pronti a rimettersi in gioco, dovessero volerci altri due anni.

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