Centro massaggi a luci rosse Condannata la maitresse cinese

In via Bruno Buozzi alla Baraccola i carabinieri avevano scoperto una vera e propria casa della prostituzione. Gli extra venivano pagati direttamente ai due gestori, marito e moglie. Le testimonianze dei clienti.

di Marina Verdenelli

Pubblicizzavano massaggi ma il centro sarebbe stato una vera e propria casa della prostituzione. Pagando un surplus le mani di avvenenti ragazze finivano nelle parti intime del cliente. A gestire l’attività erano moglie e marito, entrambi cinesi, colti sul fatto da un blitz dei carabinieri che portò alla chiusura del centro massaggi chiamato "Angelo". Entrambi furono indagati per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione finendo poi a processo. Il marito ha definito tempo fa il suo ruolo. Per la moglie, che inizialmente si era resa irreperibile sul territorio italiano, è arrivata ieri la condanna a 4 anni di carcere più una multa da mille euro.

Il dibattimento si è tenuto davanti al giudice Pietro Merletti e in aula è toccato ad alcuni clienti, sorpresi dai militari nel blitz dell’8 febbraio del 2014, raccontare cosa andavano a fare nel centro massaggi. Uno di questi ha ammesso di essere stato almeno otto volte. La prima volta era per un massaggio vero che però era finito con la massaggiatrice, anche lei cinese, che era andata oltre. Per quel fuori programma aveva dovuto poi pagare una aggiunta alla cassa. In una imbarazzante spiegazione il testimone ha riferito particolari riconoscendo che in cassa c’era una cinese che si occupava di incassare i soldi per le prestazioni godute da clienti.

Stando alle indagini svolte all’epoca dai carabinieri della Stazione di Brecce Bianche, il sovrapprezzo andava dai 20 ai 50 euro, da aggiungersi al costo del massaggio che veniva pubblicizzato per 30 euro. In rete le proposte erano molto allettanti per acchiappare la clientela, tutta maschile. Da una immersione in vasca con le operatrici, al massaggio a quattro mani con oli rilassanti. All’imputata, 48enne, difesa dall’avvocato Franco Argentati (in aula ieri è stato sostituito dal collega Marco Fanciulli), la procura contestava lo sfruttamento e il favoreggiamento di almeno una connazionale trovata al momento del blitz dei carabinieri dentro il centro massaggi.

Dalla clientela che ha testimoniato ieri però sarebbero state più di una le massaggiatrici di volta in volta presenti. Il cliente si intratteneva per almeno una quarantina di minuti e poi andava in cassa a pagare all’imputata il corrispettivo. Per una prestazione completa si sarebbe arrivato a pagare anche 90 euro. Il centro massaggi era in via Bruno Buozzi, alla Baraccola. Uscite le motivazioni la 48enne potrà ricorrere in appello. Ieri non era in tribunale.