Il chiostro millenario? Ora scende in campo Sgarbi per difenderlo

Il noto critico d’arte è indignato all’idea di costruire un’area commerciale a ridosso dell’abbazia

Vittorio Sgarbi (Foto Imagoeconomica)

Vittorio Sgarbi (Foto Imagoeconomica)

Jesi (Ancona), 11 aprile 2015 - Il chiostro millenario, in cambio degli orti cistercensi, per fare passare la strada di accesso al nuovo megastore? La notizia dell’indagine di polizia giudiziaria in corso sull’area ex Cral-Fintecna e sui beni (i locali del chiostro dell’Abbazia Santa Maria in Castagnola) scambiati dal Comune con la parrocchia è arrivata anche al noto critico Vittorio Sgarbi che indignato, annuncia denunce e sopralluoghi. Per Sgarbi non è solo la strada il problema, ma solo l’idea di costruire un’area commerciale a ridosso di un’abbazia millenaria. Nei giorni scorsi in Comune, sono approdati i carabinieri per acquisire gli atti. Tutto è partito dall’esposto di un ex consigliere comunale Ennio Mencarelli che da tempo chiedeva di fare luce sulla cessione del chiostro millenario, «vincolato dallo Stato e dunque inalienabile».

Il chiostro è adiacente all’area ex Fintecna-Cral dove la Servizi srl ha in progetto un megastore il cui progetto è stato respinto dalla nuova giunta e ora in bilico per l’intervento della Soprintendenza. Vittorio Sgarbi, conosce Chiaravalle in provincia di Ancona? «Sì, certo c’è un’Abbazia dei monaci cistercensi del XII secolo. E’ bellissima. Si affaccia su una piazza verde che regala un senso di pace e di meditazione». Però, come avrà letto c’è un’indagine di polizia giudiziaria sulla cessione da parte del Comune del chiostro millenario per gli «orti dei preti» dove il proprietario dell’area vorrebbe costruire una strada per il centro commerciale. «Sono delle scimmie. E’ un fatto indegno, inconcepibile. Uno scandalo»

La strada? «No, la sola idea di costruire un centro commerciale vicino a un’Abbazia millenaria. Quello è un monumento e una zona di meditazione che ha bisogno di un’area di rispetto. E’ ignobile anche solo pensare di costruirvi vicino un centro commerciale. Un transito delle merci e di mezzi fuori dalle splendide arcate del chiostro? Non si può neanche sentire. Stiamo parlando di un patrimonio artistico di un valore inestimabile, oltrechè di un luogo di profondo rispetto, non solo religioso ma culturale».

Eppure nel 2010 il Comune, con l’ok del consiglio comunale ha ceduto a 400 milioni di vecchie lire quel chiostro millenario nonostante il vincolo posto da una legge dello Stato di destinazione pubblica, «che non può essere mutata». In cambio degli orti dei preti (valore sui 90mila euro). Con l’ok della Soprintendenza. Su questo stanno indagando i carabinieri che sono arrivati in Municipio.. «Uno scambio come se fossero merci, ma si tratta di patrimonio artistico. In ogni caso sarà la magistratura ad appurarlo, io intanto chiederò un sopralluogo alla direzione generale delle Belle Arti. Se sarà necessario farò io stesso una denuncia, come fatto con l’antenna al monastero degli Zoccolanti, sempre nelle Marche, a Corridonia» L’ok al piano particolareggiato di recupero del centro storico con cui si apre la strada al progetto commerciale accanto all’Abbazia del Mille e cento, è stato dato dall’ex sindaco Daniela Montali, sedici giorni dopo le sue dimissioni. Poi varato dal commissario prefettizio.. «Se è davvero così sono delle scimmie. Non ci sono altre parole se non peggiori» Dunque si mobiliterà lei stesso per evitare la costruzione di un centro commerciale a Chiaravalle? «Certo, lo denuncerò. E anzi oltre all’intervento delle Belle Arti, chiedo pure al magistrato Raffaele Cantone, presidente dell’autorità nazionale anticorruzione, perché non indaga anche su scempi come questi?»