Ancona, restano chiusi dentro al cimitero di Tavernelle

L'orario estivo scatta il primo aprile e prevede la chiusura alle 18,30. Ma nei giorni di Pasqua e Pasquetta è stato applicato ancora l'orario invernale, con chiusura alle 17

Il cimitero di Tavernelle

Il cimitero di Tavernelle

Ancona, 3 aprile 2018 - «Delle persone arrivate da fuori Ancona erano rimaste chiuse dentro il cimitero di Tavernelle perché, nonostante il cambio di orario per l’ora legale, i cancelli si chiudono ancora automaticamente alle 17. E questo è accaduto sia domenica che lunedì, giorno di Pasquetta. E’ un luogo di decoro e che esige rispetto, verso i defunti e verso chi, come me, ci va in visita: tutto questo è inaccettabile». Così comincia il racconto di Lorenzo Brega, anconetano, che oggi si trova a ricordare la scomparsa della madre.

Proprio per questa dolorosa ricorrenza, Brega si è trovato sia domenica che lunedì al cimitero di Tavernelle. Era alla tomba della madre, domenica, quando sente l’annuncio alle 16 e 30: «Il cimitero chiuderà tra trenta minuti». Perplesso e anche un po’ preoccupato, si precipita nella sala del commiato per avere chiarimenti: «Lì c’è quasi sempre qualcuno. Domenica c’era una signora alla quale ho chiesto spiegazioni, dipendente di una coop alla quale il Comune affida la gestione dei servizi cimiteriali in alcuni giorni, che mi ha detto di non avere idea di cosa fare e che il dirigente di Anconambiente, al quale lei ha telefonato, le ha semplicemente risposto che era fuori città. La signora ha dunque pensato bene di andare via alle 17, come se ci fosse l’orario invernale, senza neanche controllare che ci fosse rimasto qualcuno all’interno del camposanto».

«A quel punto sono uscito, con rammarico per aver dovuto raccogliere le mie cose in tutta fretta; ero già dall’altra parte della strada che imboccavo l’asse, quando ho visto tre persone ai cancelli, chiuse dentro. A quel punto sono tornato indietro e le ho tranquillizzate: erano di fuori Ancona, con un accento del nord Italia, e non avevano idea di cosa fare. Ho spiegato loro che c’era un numero di emergenza da chiamare e qualcuno sarà arrivato poi per farli uscire. E già mi sembra una cosa indecente».

Ma il racconto dell’assurdo non finisce qui: «Sono tornato lunedì di Pasqua e alle 16 e 30, stesso annuncio, ‘si chiude tra 30 minuti’. Io sono andato via ma la disavventura si è ripetuta magari per qualche altro disgraziato. Si tratta di un luogo di dolore per molte persone. Questo trattamento riservato a noi cittadini è davvero insopportabile».