Bimba uccisa, «Dietro il gesto folle frequentazioni particolari e letture sull’occulto»

Orrore a Collemarino. Intervista a don Aldo Buonaiuto, studioso di demonologia FOTO: la tragedia di Collemarino

Don Aldo Buonaiuto

Don Aldo Buonaiuto

Ancona, 21 agosto 2014 - DON Aldo Buonaiuto è un sacerdote marchigiano divenuto famoso oltre che per le sue innumerevoli apparizioni televisive, per essere stato il fondatore insieme a don Oreste Benzi della Comunità Papa Giovanni XXIII. Don Aldo è noto soprattutto per i suoi studi antropologici e demonologici: è infatti tra i principali esperti italiani del fenomeno delle sette occulte e ha collaborato in diverse indagini con la Polizia attraverso il servizio centrale operativo della direzione centrale anticrimine.

Nel caso di Luca Giustini siamo di fronte a un caso evidente di delirio mistico estremizzato. Come si può arrivare a uccidere anche il proprio figlio? «Vorrei premettere che prima di tutto bisogna avere rispetto del dolore di questa famiglia e di quello che sta vivendo. Quello che ha spinto questa persona a compiere quel gesto criminale, orribile è dovuto sicuramente a qualche frequentazione o all’approfondimento di determinate letture legate all’occulto».  Ma come può Giustini non aver destato alcun sospetto nei familiari, nei colleghi di lavoro, negli amici? «Il lato allucinante della vicenda è proprio questo. Tutti lo descrivono come una persona normale, senza debolezze. E invece covava dentro di sé un obiettivo. Chi si nutre dell’occulto può restare segnato profondamente. Per i credenti il male si manifesta attraverso manifestazioni subdole di possessione. Nella dimensione della fede c’è una chiara rappresentazione del maligno. Ma la psicosi religiosa può avvenire solo dietro un condizionamento dovuto a frequentazioni particolari».  Dalle prime indagini risulta che Giustini avesse avuto dei contatti con persone che si interessano di paranormale, di occulto. Può esserci una correlazione tra questi studi e quel che è accaduto? «Purtroppo, anche in Italia c’è una letteratura molto vasta e di carattere pseudo-religioso che estremizza il rapporto con il sacro.  E questo sfocia nell’occultismo, pratica devastante per le menti più deboli: se ne nutrono senza neanche rendersene conto». Dunque è possibile arrivare ad uccidere, arrivare all’«obiettivo» di assassinare anche il proprio figlio perchè posseduto da un delirio mistico?  «Sono i fatti che parlano, in Italia purtroppo non è il primo caso. Basti pensare alle ‘bestie di Satana’. Ma non si possono fare paragoni. Ogni storia ha un suo corso e un suo sviluppo. E anche su questa gli inquirenti sicuramente scopriranno quel che è potuto accadere». Questo ragazzo aveva quindi una doppia vita? «E’ agghiacciante proprio il fatto che nessuno se ne sia accorto. Bisogna riflettere sulle relazioni interpersonali.  Se si individuano dei pericoli, dei segnali, non si possono tacere. Evidentemente una parte di lui era sconosciuta a tutti, compreso a chi gli stava accanto tutti i giorni. Ed è proprio quella che lo ha portato a compiere questo gesto così folle».