Coltellate alla moglie, ora rischia il processo

Tentato omicidio a Maiolati Spontini, chiuse le indagini per il tunisino. I fatti risalgono al 5 ottobre, l’uomo è in carcere

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di Marina Verdenelli

Accoltellata dal marito, ad otto mesi dai fatti la Procura ha chiuso le indagini sul tentato omicidio di Maiolati Spontini. L’uomo, Lamjed Ouertani, 48 anni, ancora in carcere, è a un passo dal processo. Era il 5 ottobre scorso quando il tunisino, metalmeccanico, alle primi luci dell’alba, perse la ragione e al culmine di un litigio aggredì la moglie, 38enne, sua connazionale, con un coltello. I fatti erano avvenuti nell’abitazione di via Marche. Lei rimase ferita gravemente all’addome e in ospedale fu operata e perse un rene. Con l’accusa di tentato omicidio aggravato lui era finito in manette. Dal carcere ha sempre chiesto le condizioni di salute della moglie, preoccupandosi per lei. In casa il rapporto tra i due si era incrinato da tempo. Durante le indagini dei carabinieri della Compagnia e di Jesi e dei carabinieri del Nucleo Investigativo, coordinate dalla pm Irene Bilotta, era emerso che il litigio era durato tutta la notte, forse a più riprese, e non era stato l’unico a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Già in precedenza, appena un mese prima, erano volate parole grosse nell’appartamento della coppia tunisina ma lei non aveva mai sporto denuncia per maltrattamenti o violenze subite. Il movente emerso sarebbe di tipo sentimentale, lei voleva il divorzio ma lui non si sarebbe rassegnato. Dopo l’accoltellamento la 38enne, operai alla Fileni, e madre di due figli che oggi hanno 9 e 16 anni, era stata portata d’urgenza in ospedale per essere dimessa poi quasi un mese dopo. La Procura aveva chiesto e ottenuto dal gip il sequestro di tre coltelli rinvenuti in casa, anche se solo due presentavano tracce ematiche. Uno è stato usato per colpire lei, l’altro il marito lo aveva usato contro se stesso provando a farla finita ma non ci era riuscito. Si era provocato solo dei piccoli tagli. Un terzo coltello si sarebbe invece rotto nel primo tentativo di colpire la moglie. I coltelli sono stati analizzati per verificare la compatibilità con il fendente inferto alla donna che, subito dopo essere stata ferita, è corsa a cercare aiuto a casa di una vicina. La coppia abitava da anni nel comune di Maiolati Spontini e il 48enne ha anche la cittadinanza italiana. La difesa dell’uomo è affidata all’avvocato Rino Bartera. Quando la moglie aveva lasciato l’ospedale era stata sentita dai carabinieri dando una versione differente rispetto a quella data dal marito, sentito subito dopo i fatti in sede di convalida dell’arresto. In carcere l’uomo è distrutto dai rimorsi.