Con la Dad in stand by le emozioni

Con la Dad in stand by le emozioni

Con la Dad in stand by le emozioni

Letizia

Belardinelli*

Mancano pochi mesi alla mia maturità e sicuramente posso dire che me la ricorderò per sempre, nonostante le mille esperienze saltate. Infatti, per le note cause di forza maggiore, non ho potuto svolgere tutte quelle attività che un maturando qualsiasi si ritrova a fare nell’ultimo anno scolastico delle superiori. L’ordinanza siglata di recente, l’ennesima, che rispristina la didattica a distanza al 100 per cento, ritengo sia opportuna in un momento così delicato dove i contagi si moltiplicano rapidamente e le varianti del virus avanzano tra i giovani. Però, riconosco che la Dad, è come se mettesse in stand-by tutte le sensazioni, le emozioni, i comportamenti, i rapporti che si creano nella realtà scolastica, quella vissuta tra i banchi, di persona, e che nessuno mai più ci restituirà. Tuttavia in questo momento è importante guardare alla nostra salute e a quella dei nostri cari. Io sono una volontaria di una pubblica assistenza del territorio (Croce Gialla), svolgo il servizio di emergenza territoriale 118 e in questo periodo mi sono ritrovata a combattere in prima persona questa pandemia. File interminabili nei pronto soccorso, reparti pieni, famiglie distrutte, figli che salutano i propri genitori che salgono sull’ambulanza con un sorriso dicendo andrà tutto bene, ma in realtà per alcuni di loro è l’inizio di una battaglia che non sempre finirà bene. Ora è necessario adottare queste misure ed è fondamentale la collaborazione di ciascuno di noi. Ritengo che la Dad non debba essere vista solamente da un lato negativo, ovvero come la rinuncia al vivere una vita normale. Ma come un punto di partenza per ritornare a condurre una vita normale. Senza mascherina. E dove, finalmente, gli abbracci e le strette di mano saranno all’ordine del giorno. Come lo sono sempre stati.

* studentessa 5°A Ite Serrani