
L’azienda di trasporti più grande delle Marche naviga a vista
Conerobus, una corsa contro il tempo per tappare la falla del bilancio. Servirebbero almeno 1,6 milioni di euro per limitare i danni e prepararsi alla chiusura del bilancio a fine giugno quanto meno in una posizione dignitosa. Al momento la Regione ha deliberato ufficialmente 1 milione di euro e spiccioli e quindi serve uno sforzo complessivo ulteriore da parte di Palazzo Raffaello e dal socio di maggioranza, il Comune di Ancona.
Risorse fresche potrebbero arrivare da altri due fronti, da una parte il nuovo piano industriale, a partire dal bando per la gestione ‘full service’ delle officine extraurbane (Jesi, Osimo e Montematciano), dall’altra la modifica delle corse deliberata dal nuovo dirigente Gasparini che di fatto cambia di poco sia il servizio offerto all’utenza che le condizioni di lavoro del personale Conerobus, autisti in primis. Regione in forte difficoltà sul Tpl, tirata per la giacchetta non solo da Conerobus, ma anche da tutte le aziende private, prova ne è stata l’accesa riunione proprio con la Regione di mercoledì scorso in cui è emerso grande malcontento. Restando sulla principale azienda del Tpl, la Regione per ora ha annunciato e promesso quel milione e spiccioli, denaro al momento non disponibile e solo sulla carta, ma comunque garantito per decreto; per l’erogazione sarà una questione di tempo, ossia quando Palazzo Raffaello inserirà quel capitolo di spesa nel prossimo assestamento di bilancio.
Tuttavia, come già detto, per la copertura quanto meno del buco, ossia 1,6-1,7 milioni di euro, servirà altro. Il Comune di Ancona, socio e cliente al tempo stesso, da tempo sta facendo il bello e il cattivo tempo, tra le ingerenze nei confronti di una azienda che vorrebbe ricapitalizzare e trattative riservate con le sigle sindacali, come accaduto il 19 maggio scorso.
Questo aspetto rivela una grande instabilità interna all’azienda sotto ogni profilo, compresa proprio la sfera sindacale, tra sigle, ma pure tra livelli di competenza, ossia da quelli di categoria dell’area trasporti e la rappresentanza sindacale unitaria. Tutto ciò crea imbarazzo all’interno dello stesso Cda di Conerobus, lo ricordiamo voluto soprattutto dalla giunta di centrodestra. Come nel caso del bando delle officine, in scadenza il 20 giugno e con posizioni molto diverse tra politica, sindacato, dirigenza e lavoratori (suona strano l’accordo tra sindaco e confederali). Bando ‘full service’ esterno che, secondo il Cda consentirebbe di risparmiare circa 600mila euro, oro colato per le esangui casse aziendali, così come il nuovo piano estivo consentirà di racimolare risorse utili per la copertura del bilancio senza incidere sul personale. Il male minore sarà una riduzione in media di un paio di minuti sulle corse, specialmente per le linee più frequentate.
Non sono previsti, tuttavia, tagli delle linee stesse come accaduto nell’estate 2024. Unica variazione di rilievo la scelta di rendere i giorni immediatamente prima e dopo Ferragosto ‘servizio festivo’ vista la minor presenza di passeggeri in quel periodo. Ciò consentirebbe di garantire le ferie programmate a tutto il personale e aggiungere per alcuni la possibilità di usufruirne proprio in quel periodo a cavallo del 15 agosto.