"Consultorio con poco personale, non è in grado di offrire servizi"

L’inchiesta del Movimento delle donne contro i fascismi: "Va intrapreso un percorso di avvicinamento alle persone"

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L’allarme del Movimento delle donne contro i fascismi: "Il consultorio non è più in grado di offrire i suoi servizi, non è possibile neppure prenotare una visita ginecologica". Nelle Marche sono pochissimi i consultori attivi e funzionanti, mentre è altissima la percentuale di obiettori di coscienza, con l’impossibilità di accedere alle nuove tecniche di interruzione farmacologica di gravidanza. "In questo contesto è particolarmente grave quanto sta accadendo a Senigallia, considerando che è uno dei pochi consultori regionali attivi con le caratteristiche previste dalla legge – affermano dal Movimento –, in 15 anni abbiamo assistito al depauperamento del sistema di équipe che prevedeva la cooperazione di diversi ambiti (medico, psicologico, sociale e formativo) per rendere significativo l’aspetto della prevenzione, l’inclusione delle fragilità e la presa in carico totale della persona. Sono inoltre totalmente assenti iniziative che aprano le porte alla formazione del personale sanitario per le problematiche legate al mondo Lgbtqia+, attraverso percorsi specifici, professionali e non giudicanti". I riflettori sono stati accesi sulla medicina territoriale: "In un momento di crisi sanitaria, come l’attuale, è necessario incentivare la medicina territoriale con fondi e risorse umane. È necessario che la sanità pubblica riacquisisca un ruolo centrale, di vicinanza con i cittadini e le cittadine, per evitare che l’aumento del carovita costituisca un discrimine classista al diritto alla salute.Ma le cose vanno diversamente – proseguono dal Movimento –. L’auspicio è che, in momenti come questo, i consultori e i distretti sanitari intraprendano un percorso di avvicinamento alle persone, al tempo storico attuale, accogliendo necessità, problematiche e visioni ampie". "Le nuove proposte di leggi regionali in merito ai consultori non prevedono fondi e tuttavia spalleggiano l’iniziativa privata e l’ingresso di associazioni cattoliche-integraliste all’interno dei consultori. I consultori dovrebbero offrire uno spazio partecipativo dove ognuno si senta accolto e dove gli enti (ospedali, scuole, servizi sociali) collaborino in maniera virtuosa per la cura di tutte e tutti – spiegano ancora dal Movimento –. Anche al consultorio, le problematiche sono dovute alla mancanza di personale: al pensionamento di uno dei ginecologi del consultorio, passato un anno, non è corrisposta una sua sostituzione. I senigalliesi restano in attesa anche di un pediatra per cui non è ancora stato nominato un sostituto e i bambini in ‘lista aggiuntiva’ sono circa 1.500".