Contachilometri manomessi, condannata la banda dei rom

Avevano rifilato veri "bidoni" come se fossero auto nuove ad ignari clienti: maxitruffa da mezzo milione di euro

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C’è chi aveva speso gli ultimi risparmi per riparare i guasti che la vettura dava di continuo e chi si era ritrovato anche senza la garanzia di un anno promessa al momento dell’acquisto dei veicolo usato. Arriva il conto con la giustizia per le truffe delle auto che avevano portato a processo una banda di cinque rumeni, accusata di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode in commercio per la vendita di automobili con tachimetro taroccato, e la dipendente di una agenzia di pratiche auto accusata di falso in atto pubblico. A due anni e mezzo dal rinvio a giudizio degli imputati, nella maxi inchiesta dei carabinieri di Brecce Bianche e coordinata dal pubblico ministero Daniele Paci, giovedì sera c’è stata la sentenza per il procedimento indicato che ha condannato solo il quintetto rom. I cinque hanno preso pene complessive pari a 22 anni e 5 mesi di carcere per vari episodi di truffa e per l’associazione a delinquere che è stata riconosciuta dal collegio penale presieduto dalla giudice Francesca Grassi. Assolta la donna dell’agenzia "perché il fatto non costituisce reato". Nella pratica di un passaggio di proprietà la dipendente non si era accorta di una firma falsa fatta sull’atto.

Le condanne, che vanno da 3 anni e 7 mesi a 5 anni e 3 mesi, sono arrivate per Armando Muntean, 24 anni, nativo di San Benedetto del Tronto ma di origine rom, Lazar Muntean, nato in Romania, di 53 anni, Sorina Vasile, di 51 anni, Elena Veronica Boti, di 32 anni e Maria Simina Gruia, 27 anni, tutte romene. Cadute molte aggravanti. Per l’accusa i rumeni avrebbero trattato la compravendita di circa 130 automobili, facendo base in una concessionaria alla Baraccola, incassando mezzo milione di euro ma rifilando agli ignari acquirenti dei veri bidoni.

Per rendere le vetture appetibili sul mercato, messe in vendita tramite dei siti internet, sarebbero stati manomessi i contachilometri, mandati indietro anche di 200mila chilometri in modo da attrarre le persone ad acquistare i veicoli venduti a prezzi stracciati. Il giro di affari contestato si sarebbe maturato tra il 2018 e il 2019 quando i carabinieri della stazione di Brecce Bianche arrivarono a mettere le manette alla banda rumena composta da due uomini e tre donne.

Marina Verdenelli