MARINA VERDENELLI
Cronaca

Coppia di medici morti a Torrette. Il bidello della Bmw verso il processo

Tragedia in via Esino lo scorso 4 gennaio, nell’impatto morirono Lucia Manfredi e il marito Diego Duca. Secondo la Procura fu duplice omicidio stradale e interruzione di pubblico servizio. L’uomo non ricorda nulla.

Una delle vittime sull’asfalto di via Esino quella mattina terribile del 4 gennaio scorso. In seguito allo schianto ci fu anche una fuga di gas

Una delle vittime sull’asfalto di via Esino quella mattina terribile del 4 gennaio scorso. In seguito allo schianto ci fu anche una fuga di gas

Coppia morta in via Esino, la Procura chiede il processo per il bidello di 61 anni che guidava la Bmw finita contro l’automobile di Lucia Manfredi e il marito Diego Duca causandone il decesso. Avevano 40 anni ed erano originari di Fabriano. L’incidente mortale risale alla mattina del 4 gennaio scorso, all’incrocio tra via Esino e via Aso, a Torrette. Moglie e marito, lei medico neurologo all’ospedale regionale e lui autista soccorritore al 118 di Perugia, si trovavano fermi allo stop di via Aso, con la loro Fiat Panda, quando furono travolti dalla Bmw che scendeva da via Esino. Un impatto violentissimo che non lasciò loro scampo. A meno di sei mesi dal dramma sono state chiuse le indagini effettuate dalla polizia locale e coordinate dal pm Paolo Gubinelli (prima che il sostituto procuratore avesse il grave incidente in bicicletta, avvenuto il 7 giugno scorso, ndr) che ne ha chiesto il rinvio a giudizio per duplice omicidio stradale e interruzione di pubblico servizio. Questa ultima ipotesi di reato è per la centralina del gas rimasta danneggiata (ci è finta contro la Panda dei coniugi) e l’erogazione del metano rimasto chiuso fino al giorno dopo per molte famiglie della zona. Fissata la data dell’udienza preliminare davanti alla giudice Francesca De Palma e che si terrà il 17 novembre prossimo. Il bidello, a cui è stata sospesa la patente ed è rimasto sempre indagato a piede libero, è difeso dagli avvocati Marco Giorgetti ed Elisa Pavoni. Non ricorda quasi nulla di come sia avvenuto l’impatto con la Panda perché sarebbe stato colto da un malore durante la guida. Proprio su questo punto, sostenuto dalla difesa, la Procura aveva disposto un accertamento incaricando un esperto in tossicologia forense per analizzare dei farmaci assunti dal bidello per una patologia di cui soffriva. L’accertamento aveva escluso che le medicine avessero causato un malore. La difesa ha chiesto il dissequestro della Bmw per poter fare una propria analisi sul veicolo. Sull’asfalto non erano stati trovati segni di frenata dalla vettura la cui scatola nera, che aveva a bordo, ha fornito dati utili per la velocità a cui andava il veicolo. Prima dell’impatto con la Panda avrebbe superato i cento chilometri all’ora, improvvisamente, in un tratto dove il limite è fissato a 50 chilometri orari. Analizzato il cellulare del bidello non è emerso che lo avesse usato mentre era al volante e anche il test alcolemico aveva dato esito negativo. E’ stata esclusa anche l’ipotesi del ghiaccio sul manto stradale. Diego quel giorno accompagnava la moglie al lavoro, all’ospedale di Torrette, era il suo giorno libero. La coppia (i familiari si sono affidati all’avvocato Ruggero Benvenuto) ha lasciato un figlio di 10 anni che era rimasto a Fabriano con la nonna.

Marina Verdenelli