Coprifuoco per i locali: "Qui chiudiamo tutti"

Dopo le nuove restrizioni volute dal governo, in bar e ristoranti c’è preoccupazione: "Speriamo almeno che il Comune prolunghi i dehors"

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di Alberto Bignami

"Purtroppo, ancora una volta, la categoria colpita è la nostra. A questo punto, spero che ciò serva solo a spronare il Comune per decidere circa il discorso sulla disponibilità degli spazi esterni e prolungarli oltre la fine di ottobre. In questo momento è vitale e non si tratta più di una semplice alternativa. Questo, se ci vogliono far sopravvivere". Fabrizio Boari, di Rosa Cremeria Food è spiazzato come lo sono moltissimi commercianti che si sono visti mettere sopra alla testa questa nuova ed ennesima spada di Damocle quale è il Dcpm firmato il 13 ottobre dal presidente del Consiglio e dal ministro della Salute che impone nuove restrizioni anti Covid: chiusura alle 24 e dalle 21 si beve solo ai tavoli per evitare assembramenti.

"Qui è una tragedia – commenta – Qui si finisce davvero per chiudere se continuiamo così. Aggiungiamo poi il fatto che la gente è spaventata e portata a non uscire. A questo punto spero mettano in atto dei finanziamenti perché lavorare era difficoltoso prima e ora, con questo ritorno delle limitazioni di orari e altro, il nostro settore viene attaccato, credo anche in maniera esagerata. Bisogna dunque risolvere la questione riguardante gli spazi esterni – ribadisce – soprattutto nel centro storico dove siamo ‘discriminati’ più che in altre zone. Il dehor, ad esempio, ha bisogno di un arredo completo, di essere chiuso. Inizia a venire il freddo e tenerlo aperto, non invita di certo a sedersi o fermarsi".

Poi, un’altra voce, quella di Antonio Avello del Caffè Roma: "La soluzione è far rispettare l’uso della mascherina e soprattutto multare chi non la porta. Bisogna salvare il salvabile. Ci sono tante persone che ancora non la indossano, e parlo soprattutto dei ragazzi. Già c’è una crisi generale e qui, continuando così, non si fa altro che appesantirla. Sappiamo che un secondo lockdown non ci sarà, perché costerebbe troppo allo Stato e noi commercianti, intanto, facciamo quello che possiamo. A questo punto – conclude – vorrei vedere più forze dell’ordine in giro o continueremo tutti a rimetterci".

Preoccupazione la avverte anche Gabriele Capannelli di Bontà delle Marche: "Siamo una fascia colpita. Noi ci dobbiamo adattare, essere responsabili come il buon padre di famiglia, ma a questo punto chiediamo all’amministrazione di prolungare oltre il 31 ottobre i tempi per mantenere i tavolini all’esterno perché qui si ‘gioca’ con il lavoro: con i dipendenti e le loro famiglie. Chiediamo la possibilità dunque di accogliere i clienti anche in un periodo come questo altrimenti, con queste nuove disposizioni, che faremo dal primo novembre?".

Pensa già a come organizzarsi Simone Governatori del Bar Torino: "Ho pensato di acquistare dei blocchetti con i numeri – commenta – da distribuire in modo tale che non si crei la fila nel momento dell’aperitivo. Appena si libera un tavolo, telefonerò per avvisare. Mi auguro però che venga aumentato dal Comune la disponibilità dello spazio esterno perché qui, si investono tanti soldi per poi dover rischiare di buttare via tutto. Per tanti locali sarà una grande penalizzazione dover chiudere a mezzanotte. Io inizio l’aperitivo alle 18.30, ma penso ai colleghi di piazza del Papa…".

E il pensiero ai giovani commercianti va anche da parte di Giordano Andreatini di Clarice: "Noi siamo un ristorante, e non ci cambia più di tanto. Sono preoccupato per quei giovani imprenditori della piazza che vivono di socialità, con locali graditissimi al pubblico e strutturati per un certo tipo di lavoro, e che puntano tutto sull’esterno. Bisognerebbe trovare un provvedimento ad hoc perché così, i più penalizzati, sono loro".