Strage in discoteca, la difesa. "Il 17enne non era a Corinaldo"

Parlano i legali del minore sospettato per lo spray: "Si trovava a Senigallia"

Sei morti alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona)

Sei morti alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona)

Corinaldo (Ancona), 28 dicembre 2018 - Indagato per la strage di Corinaldo, il 17enne ha più di un alibi. Stando alle indagini difensive dei suoi avvocati, il minore non era alla Lanterna Azzurra la notte tra il 7 e l’8 dicembre. Testimonianze raccolte dai suoi legali, gli avvocati Andrea Mone e l’avvocato Martina Zambelli, lo inquadrano a Senigallia, per tutta la durata della tragica notte dove sono morti cinque minorenni e una mamma di 39 anni. 

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Insomma, secondo i suoi legali il ragazzo è "completamente estraneo ai fatti", perché quella sera "non era presente" nel locale "e non ci è andato"  L'adolescente, indagato a piede libero per omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e lesioni colpose perché riconosciuto in modo generico da alcuni testimoni, trascorse la serata in un appartamento di un residence di Senigallia (dove fu trovato la mattina dopo con due adulti e 200 grammi di eroina e cocaina).

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Poi uscì, ma rimase "tutta la notte" nei pressi del residence in compagnia di altre persone, le cui dichiarazioni sono state raccolte dal collegio difensivo. I primi risultati di ulteriori accertamenti tecnici (analisi di traffico telefonico e posizione in base alle celle telefoniche) "stanno confermando in maniera puntuale" le dichiarazioni del ragazzo.