CronacaCoronavirus pesca, il ritorno del pesce fresco. "Celebriamo la Pasqua"

Coronavirus pesca, il ritorno del pesce fresco. "Celebriamo la Pasqua"

In mare la metà delle imbarcazioni del Mandracchio: "Ripartiamo già da domani.C'è un mercato per il nostro prodotto"

Il ritorno nella notte tra martedì e mercoledì: il pescato venduto al mercato ittico

Il ritorno nella notte tra martedì e mercoledì: il pescato venduto al mercato ittico

Ancona, 8 aprile 2020 - I rulli all’interno del mercato ittico del Mandracchio iniziano a girare e lo stanzone che ospita le aste pubbliche del pesce inizia a riempirsi della sua componente essenziale: i compratori. Sono quasi le 3 di ieri mattina; tre ore prima i 18 pescherecci, usciti in mare dopo settimane di inattività provocata dall’emergenza Coronavirus, hanno iniziato a sbarcare il pescato in banchina.

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Le procedure sono le stesse di sempre, ma stavolta c’è un dettaglio in più: tutti, dal comandante ai marinai, indossano guanti e mascherine. Si cerca di mantenere le distanze di sicurezza, ma non è così facile e soprattutto è innaturale. La nottata è mite, le procedure vanno avanti senza intoppi, i lavoratori scaricano decine di casse al minuto sui bancali che poi verranno caricati sui muletti e trasferiti al mercato ittico. La qualità è ottima: seppie, raguse, mazzancolle, merluzzi, zanchette di varie qualità, testole, roscioli, san pietro, i costosi scampi, sgombri e poi palombi, code di rospo, scorfani, busbane, nocchie. Complessivamente le imbarcazioni che hanno deciso di uscire hanno portato a terra 1.233 cassette (solitamente sono 2.500 a piena flottiglia, 38-40).

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Dal molo esterno si passa all’atto di vendita, il più delicato, il momento di solito dedicato alle donne, alle mogli in regime di normalità, ma che in piena emergenza sanitaria, con l’uscita limitata ad un giorno, è appannaggio degli stessi pescatori, in diligente attesa davanti alla porta. Dentro il vociare diventa un’eco sempre più fitta, sale la fibrillazione e dagli scranni attorno agli astatori fioccano le prenotazioni di pesce. Tra i responsabili delle aste spicca Daniele Barbabella che ad alta voce ‘tenta’ i compratori mostrando la bellezza, sintomo di qualità, del prodotto appena messo in cassetta. Sul tabellone luminoso ci sono le cifre e i nomi delle barche: Ulder, Leviathan, Gladiatore, The Best e così via. Ognuno degli acquirenti utilizza un piccolo telecomando, simile a quello per abbassare i garage o chiudere un cancello.

Le cassette camminano sul rullo e con il cartellino che contiene prezzo, peso e compratore passano alla sezione imballaggi, dove un manipolo di faticatori le divide per proprietario e le carica nei furgoni. C’è chi ha fretta, chi deve arrivare più lontano e in attesa dei carichi regola le pratiche fiscali, tra bolle e pagamenti. Ogni singolo pezzo, ogni cassetta, parte con un prezzo a scendere e la bravura di chi compra è di farlo prima e meglio degli altri, ma è chiaro che meno sono bravi a comprare più sale il profitto per il singolo comandante.

Verso le 5 l’asta è conclusa , lo stupendo edificio dato in gestione dal Comune alla Cooperativa pescatori si svuota. I pescatori sono soddisfatti: "E’ andata molto bene, meglio di quanto potessimo aspettarci – spiega Nicola Pandolfi, direttore del mercato ittico –. Temevamo che non venisse nessuno ad acquistare il pesce anche se il nostro prodotto, di prima scelta e qualità, mancava da quasi un mese. La risposta invece è stata buona, si sono presentati 70 commercianti, di solito in tempi normali ne vengono 105 in media. Il pesce è stato venduto ad un ottimo prezzo, sono e siamo tutti soddisfatti, ci voleva. Adesso mercoledì notte le barche torneranno in mare per la pescata di Pasqua, ai 18 di ieri se ne aggiungeranno sicuramente altri. Quella battuta di pesca lì sarà più indicativa".