Corruzione Ancona, appalti bluff in Comune. Gli arrestati e gli indagati

Maxi inchiesta, in carcere un funzionario. Ai domiciliari quattro imprenditori. Trenta indagati tra cui quattro assessori. Ecco i nomi

Arresti per corruzione, il blitz della polizia (Foto Antic)

Arresti per corruzione, il blitz della polizia (Foto Antic)

Ancona, 8 novembre 2019 - Gira e rigira gli appalti andavano sempre agli stessi, una cerchia ristretta di imprenditori amici che pagando con soldi e regali si aggiudicavano le gare al ribasso per i lavori. Così sarebbero stati aggiudicati alcuni dei più importanti cantieri del Comune come quello dei laghetti del Passetto inaugurati questa estate, la pavimentazione della pineta ma anche interventi nei cimiteri e al parcheggio Traiano. Dietro il giro dei favoritismi un geometra comunale, Simone Bonci, 40 anni, impiegato alla direzione manutenzioni, frane e protezione civile. Avrebbe ricevuto regali tecnologici di ogni sorta, pure un drone e lavori in casa a costo zero come un bagno da 30mila euro.

Ed è proprio di trentamila euro il profitto che avrebbe accumulato secondo l’accusa. La polizia gli ha sequestrato un conto corrente e qualche migliaia di euro trovati in casa. Insieme a quattro imprenditori del settore edile è stato arrestato ieri mattina in esecuzione di cinque misure di custodia cautelare firmate dal gip, dove è contestata a tutti e cinque la corruzione aggravata (video), nell’ambito di una inchiesta giudiziaria che ha visto indagare per oltre un anno la squadra mobile della Questura in sinergia con la sezione di polizia giudiziaria dei vigili urbani e coordinati dal sostituto procuratore Ruggiero Dicuonzo e dal procuratore aggiunto Valentina D’Agostino.

Bonci è in carcere a Montacuto, gli imprenditori ai domiciliari. Sono Marco Duca dell’omonima ditta di Cupramontana, Carlo Palumbi della ditta «Procaccia & C.» di Teramo, Tarcisio Molini, della ditta «Mafalda Costruzioni» di Cingoli e Francesco Tittarelli dell’omonima ditta della frazione Montesicuro, ad Ancona. A loro sarebbero andati diversi appalti attraverso gare vinte grazie a sostanziose offerte al ribasso che venivano poi integrate con il pagamento a prezzo pieno di lavori straordinari, con la formula delle varianti che sarebbero servite per assegnare altri soldi agli imprenditori per portare a termine l’opera. In alcuni casi però i lavori finanzianti in più non sarebbero stati nemmeno eseguiti oppure realizzati con una spesa inferiore alla cifra erogata.

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Gli indagati

Il sistema corruttivo scoperto ha portato a galla altre irregolarità commesse sempre nell’ambito degli appalti del Comune, nel settore dei lavori pubblici, e a 30 indagati dove figurando almeno quattro assessori della giunta del sindaco Valeria Mancinelli (metà Giunta) e vari dirigenti di vari settori. Ai 30 le accuse contestate a vario titolo sono abuso di ufficio, falso materiale e ideologico in atto pubblico, turbata libertà degli incanti e in materia ambientale, truffa aggravata ai danni dello Stato finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche e rifiuto di atti d’ufficio. Per dieci di loro, più esposti e vicini all’inchiesta per corruzione, ieri mattina sono scattate le perquisizioni a casa e nei posti di lavoro e i sequestri di materiale informatico e cartaceo.

Per la Procura non avrebbero materialmente partecipato alla corruzione ma in virtù delle loro posizioni e firme poste nell’iter documentale degli appalti avrebbero comunque contribuito ad alimentare il sistema. Sono l’assessore ai lavori Pubblici Paolo Manarini, l’attuale dirigente ai lavori pubblici Stefano Capanelli, l’ingegnere Maurizio Ronconi (questi tre tutti collegati per competenza di uffici al geometra Bonci), Ciro Del Pesce, dal 2014 dirigente alla Cultura ma per alcuni mesi è stato ad interim anche dirigente dei lavori pubblici (prima dell’arrivo di Capannelli) , l’ingegnere Riccardo Borgognoni, Giacomo Circelli dirigente del Suap, il geometra Gabriele Gatti (che lavorava con Bonci), Marta Mirabella, ingegnere esterno, Daniela Ghiandoni, dirigente del settore ragioneria, Bilancio ed Economato.

«Sono stato ai lavori pubblici per un brevissimo periodo – ha detto Del Pesce – da maggio ad agosto 2018 e non ho fatto gare in quel periodo. La mia posizione verrà chiarita. Per i laghetti del Passetto ho seguito poi, come dirigente alla Cultura, l’evento dell’inaugurazione e la sicurezza». Le posizioni degli altri 20 indagati, dove figurano altri tre assessori, sarebbero più marginali. Da intercettazioni telefoniche sarebbero emerse posizioni poco chiare su altre circostanze sempre in ambito di appalti pubblici. L’inchiesta, denominata «Ghost jobs», abbraccia un periodo di tempo che va dall’autunno 2018 fino all’anno in corso.

«Sono stati violati i principi di trasparenza, economicità e correttezza – ha spiegato il capo della squadra Mobile Carlo Pinto – e della rotazione degli inviti e delle assegnazioni dei lavori che venivano dati alla stretta rosa di amici. Sono state distratte decine di migliaia di euro». Bonci è stato il progettista dei lavori dei laghetti assegnati poi al teramano Palumbi. Quelli della pineta andarono alla «Mafalda Costruzioni». I lavori nei cimiteri riguardano quelli di Candia, Pietralacroce, Tavernelle e Pinocchio.