"Così cercherò prove nei segreti del web"

La Procura ha nominato l’analista forense Luca Russo per cercare la verità sul caso in telefonini e computer: "Le tracce rimangono"

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E’ esperto in criminologia e reati informatici e da più di dieci anni è consulente per oltre 20 Procure d’Italia, a fianco delle maggiori forze di polizia. Quasi 20 anni di esperienza sul campo e migliaia di analisi effettuate. Toccherà a lui, Luca Russo, analista forense di Osimo, trovare la verità sui cellulari sequestrati nell’ambito dell’indagine della 27enne scomparsa. Senza entrare nel caso specifico, coperto da segreto istruttorio, il Carlino ha chiesto al massimo esperto, come sia possibile trovare informazioni utili su telefonini e apparecchiature informatiche soprattutto se messaggi e fotografie sono state eliminate per sempre dai dispositivi ? E cosa si riesce a vedere da questi strumenti oggi alla portata di tutti? "Il dettaglio concreto non posso svelarlo perché sarebbe come raccontare una indagine – risponde Russo – però posso dire che un analista forense non è solo un tecnico che estrapola dati. Prima devi avere una tecnica specializzata in indagini, questo è un vero analista forense. Poi certo, ci sono tecniche e attività su cui puoi lavorare con dei programmi specifici e delle strategie. Se su un telefonino trovo scritto la parola ‘ciao’ può essere tante cose. Può essere che è stato l’ultimo giorno che lo hai detto oppure no. Tutto quello che facciamo in rete, sia con un social sia al computer lascia una traccia, sempre, anche se la cancelli". Russo fa l’esempio di un post su Facebook. "Se nel dispositivo della persona che sto analizzando è stato cancellato – continua l’esperto – questo non significa che non lo trovo altrove, magari nel post che un amico o un familiare ha condiviso. E io posso trovarlo. Conta molto individuare anche le persone giuste su cui cercare ecco perché oltre che tecnica e programmi serve fiuto investigativo. Nel mio staff ci sono criminologi, analisti, ingegneri ". Anche risalire al luogo da dove si è mandato un messaggio o si è fatto un post su un social è possibile. "Il programma Facebook lascia la traccia – osserva Russo – da dove utilizzi il social in quel momento poi ovviamente bisogna fare l’analisi del dato. Devi essere bravo a guardare dietro. Faccio un esempio, se vedo un selfie guardo il contesto in cui è stato fatto, magari c’è un’auto vicino, c’è una targa leggibile, c’è un cartello nelle vicinanze che mi aiuto a capire il luogo. Anche come uno è vestito aiuta, potrebbe avere fatto foto simili non cancellate. Dove non c’è prova o non ho certezza io quel dato non lo metto. Il dato che do deve essere incostestabile".