Covid Ancona, la protesta del barista incatenato: "Basta, non voglio morire" VIDEO

Comizio di rabbia sopra al tettuccio dell’auto davanti al suo locale Maxi Bar: "Non abbiamo ristori ma solo tasse e bollette da pagare"

Max Sturani protesta davanti al suo bar ad Ancona

Max Sturani protesta davanti al suo bar ad Ancona

Ancona, 27 marzo 2021 - Si è legato le catene ai polsi ed è salito sul tettuccio della propria auto parcheggiata davanti al suo locale. Armato di un cartello con le frasi: "Ora basta!" e "Un anno di sole promesse. Siamo disperati!", Massimo ‘Max’ Sturani ha iniziato una lunga protesta (video) dando allo stesso tempo voce ai suoi tantissimi colleghi baristi e ristoratori. Il titolare del Maxi Bar di via Maggini, alle 10 precise di ieri ha dato il via al suo sfogo ripreso allo stesso tempo con una diretta Facebook che nel giro di pochi istanti è stata condivisa sul network da centinaia di persone.

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"Sono distanziato da tutti perché mi trovo sul tettuccio della mia macchina – ha detto – Da qui, incatenato, lancio la protesta contro tutti coloro che stanno al potere e che ancora non si sono resi conto che ci stanno facendo morire. Ho un bar – ha proseguito – una piccola ristorazione e non voglio chiudere, non voglio ‘morire’. La mia è una protesta per dimostrare che davvero non ce la facciamo più. Qualcuno deve guardarci e iniziare a dire ‘Dobbiamo cominciare a pensare davvero ad una soluzione seria’. Sto gridando la nostra disperazione – ha sottolineato – perché da qui a poco ci faranno chiudere tutti. Non ci sono ristori, non c’è nulla. Ancora si sta discutendo se i vaccini si potranno avere o meno, e quando. Si muore purtroppo di Covid. Questa pandemia è gravissima – ha ricordato – ma qui si muore anche commercialmente. Non ce la facciamo più. Voglio difendere la mia dignità, il mio lavoro, i miei dipendenti. Non c’è più un soldo. Vergognatevi".

Nel giro di una manciata di minuti in via Maggini, sempre distanziati, si sono radunati non solo i clienti del locale ma anche molti curiosi che con i telefonini hanno, su invito di Massimo, iniziato a lanciare ulteriori dirette affinché il suo messaggio e la sua protesta, arrivassero a tutti. Molti anche gli automobilisti che, nel passare per il Pinocchio, hanno rallentato solo per gridare "Hai ragione, siamo con te".

"Con l’asporto non ci facciamo nulla – ha detto in quello che è stato un vero e proprio comizio – Abbiamo perso il 70% degli incassi e stiamo solo sopravvivendo. Ho bollette da pagare e telefonate che mi vengono fatte per ricordarmelo. Come faccio a scordarlo? Il fatto è che non ci sono i soldi e c’è bisogno di tempo perché non ci sono introiti, ma solo spese. Le banche – ha proseguito – ci ridono in faccia se gli chiediamo un prestito ed ecco che già girano personaggi strani, pronti a chiedere se serve del denaro. Lo Stato è incapace di aiutarci, e allora arriva la mafia".

Le parole di Max, a tratti sono state quasi soffocate dalla commozione "perché io non voglio chiudere, se non per colpa mia – ha urlato – Se mi costringono a chiudere, poi cosa vado a fare a 56 anni: il delinquente? Chi mi dà lavoro altrimenti?". La richiesta gridata più volte è stata quella di poter "aprire in sicurezza – ha ribadito – E se vogliono farci chiudere, ci diano realmente i ristori perché fino ad ora abbiamo avuto solo promesse. Ma io – conclude – non posso andare con la bolletta davanti ad uno sportello e promettere: ‘pagherò’".