Covid, muore al pronto soccorso

Un 90enne era in attesa del posto letto e della terza dose del vaccino. Reparti in difficoltà: manca personale

Migration

E’ deceduto al pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani dove si trovava assieme ad altre persone in attesa di un posto letto: si tratta di un novantenne che, affetto da gravi comorbidità, ha contratto il Covid che lo ha ulteriormente debilitato, fino a portarlo alla morte. Il novantenne jesino era vaccinato con due dosi la seconda della quale effettuata oltre sei mesi fa ed era in attesa della terza.

Ma il virus ha battuto tutti sul tempo portando via per sempre all’affetto dei propri familiari l’anziano jesino. Ieri mattina al pronto soccorso rimanevano cinque degli 11 pazienti Covid positivi (tutti non vaccinati) che, prima dell’Epifania, erano in attesa di un posto letto. Alcuni hanno trovato posto nella Covideria allestita all’interno della Broncopneumologia dell’ospedale Carlo Urbani, altri in quella allestita nel nosocomio di Senigallia. Ma ieri comunque restavano cinque pazienti positivi che si sommavano ad altri otto negativi, pure in attesa di posto letto nei reparti dell’ospedale. Scendono da quattro a uno i pazienti più gravi ricoverati in Terapia intensiva, dopo le dimissioni e il decesso di un 76enne jesino verificatosi nei giorni scorsi. L’ospedale Carlo Urbani è alle prese con le difficoltà legate alla carenza di personale.

Il reparto di Medicina paga ancora una sforbiciata di dieci posti letto dovuta al fatto che alcuni medici debbono recarsi a Cingoli a sopperire le carenze di organico.

Ecco che così il pronto soccorso si popola di persone, soprattutto anziani, in barella in attesa anche per giorni di un posto letto. Con le norme sull’obbligo vaccinale del personale sanitario le carenze di organico si fanno ancora più vistose e pesanti. Diversi i medici, infermieri e oss sospesi, perché non in regola con l’obbligo vaccinale. Un medico del pronto soccorso si è autosospeso e anche il reparto di Ostetricia e Ginecologia ha cinque ostetriche in meno tra maternità e sospensioni dovute alla mancanza di vaccinazione. Diversi altri reparti, compresa la Broncopneumologia, soffrono per le carenze di organico dovute a sospensioni, malattie e congedi parentali.

Assenze che con l’allestimento di un reparto Covid con 20 posti letto al posto della Broncopneumologia si fanno sentire ancora di più visto che i pazienti malati per il virus necessitano di maggiori cure assistenziali. Gli stessi primati hanno chiesto alla direzione di assumere personale per sostituire i dipendenti sospesi e quelle in maternità.

Sara Ferreri