Covid, guarisce ma l'ospedale le presenta il conto: 600mila euro

L’ex insegnante Franca Giacalone si è ammalata a Parigi dove era andata a trovare il figlio Roberto: "L’ho vista morire due volte". Dopo tre mesi di degenza in una struttura americana l’amara sorpresa della spesa: "Per fortuna ci ha aiutato l’ambasciata"

L’anconetana Franca Giacalone, 84 anni, ex insegnante, insieme allo staff dell’ospedale

L’anconetana Franca Giacalone, 84 anni, ex insegnante, insieme allo staff dell’ospedale

Ancona, 14 aprile 2021 - Un viaggio all’inferno del Covid e ritorno. Un ritorno che ha del miracoloso. E’ la storia vissuta circa un anno fa dall’anconetana Franca Giacalone, 84 anni. Basterebbe il ‘bollettino’ medico per dare l’idea: 45 giorni di terapia intensiva, coma profondo, intubazione, due tracheotomie, due arresti cardiaci, drenaggio toracico. E altro ancora. Poi una lunga e faticosa ripresa. Il tutto è avvenuto a Parigi, in quell’ospedale americano che porrà di fronte ai Giacalone un altro ostacolo, stavolta economico. Tutto inizia con il viaggio a Parigi dell’ex insegnante per andare da suo figlio, agente di borsa per la C-Quadrat Asset. Lei non si sente bene, e lui non vuole che stia da sola ad Ancona. Ma appena arrivata il figlio si accorge che la madre sta molto male.

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"Avevo una febbre altissima – racconta lei – non mi reggevo in piedi. Dovevo essere ricoverata immediatamente". Sì, è il Covid-19. Roberto inizia la ricerca di un posto in ospedale, ma sono tutti pieni. Lo è anche il rinomato ospedale americano. "Allora – racconta Roberto – dissi che mia madre era gravissima, e che se fosse morta era un problema per loro. La accettarono. Il medico disse che mia madre in teoria aveva il 20 per cento delle probabilità di farcela, ma che stando alla sua esperienza non ne aveva nessuna. La prima notte venne intubata. E iniziò il calvario della terapia intensiva".

Sembra che il destino della signora Giacalone sia segnato. "Mia madre è morta due volte, perché per due volte il suo cuore si è fermato". I medici faticano a svegliarla dal coma. Ma il destino ha in serbo una svolta per la malata: a dispetto di tutto il suo corpo reagisce, si riprende. Lo straordinario shock è superato. "Tutti erano stupefatti – ricorda Roberto – I medici non avevano mai visto nulla del genere". Un miracolo? In effetti la Giacalone dice di essersi sentita "miracolata". Ma, aggiunge "forse è dipeso tutto dalla mia fibra". Il figlio conferma: "Mia madre ha una tempra molto forte".

Una tempra che però forse non avrebbe retto a un altro shock: la lettura del conto dell’ospedale. Sapete quanto sarebbero costati i tre mesi di degenza? Seicentomila euro. Sì, avete letto bene. Non seimila, non 60mila, ma 600mila euro. "Mi chiesero 100mila euro di caparra per 21 giorni – spiega Roberto – Un giorno di degenza costava 5mila euro al giorno, ma per la terapia intensiva erano 10mila. A quel punto ho bluffato. Quei soldi non li avevo, ma l’importante era salvare mia madre. Ero disperato. Chiamai l’ambasciata italiana a Parigi, e parlai con il dottor Francesco Saverio Matozza (medico di riferimento dell’Ambasciata d’Italia e del Consolato Italiano a Parigi, e anche della task force Covid-19 organizzata dallo stesso Consolato , ndr). E’ stata la mia salvezza. Seppi che Macron ha stabilito che, per il Covid, un ospedale privato è come se fosse pubblico. Il conto scendeva a 200mila euro, per i quali dissi di essere pronto a far causa, e che il verdetto lo avremmo avuto tra vent’anni. Alla fine si sono dimostrati comprensivi. Così non abbiamo pagato nulla". E la signora Giacalone? Si è fatta il vaccino. "Mi è venuta la febbre a 41". Poi aggiunge: "Ho da poco rinnovato la patente". Alla faccia degli 84 anni, e di un terribile virus sconfitto.

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