Covid: parto con la polmonite a Jesi. Neomamma in Rianimazione

Una donna ha dovuto anticipare la nascita per le conseguenze del Covid: il cesareo ha salvato la vita al piccolo

Il piccolo sta bene, ma la madre accanto a lui lotta tra la vita e la morte

Il piccolo sta bene, ma la madre accanto a lui lotta tra la vita e la morte

Jesi (Ancona), 28 maggio 2021 - All’ottavo mese di gravidanza, preoccupata per la tosse insistente, la febbre e un po’ di affanno corre al pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani. Solo qui scopre di avere una grave polmonite bilaterale da Covid e poche ore dopo è intubata e sottoposta a cesareo d’urgenza: il bimbo sta bene ma lei lotta per la vita nel reparto di terapia intensiva.

Il piccolo sta bene, ma la madre accanto a lui lotta tra la vita e la morte
Il piccolo sta bene, ma la madre accanto a lui lotta tra la vita e la morte

Tutto all’ospedale Carlo Urbani è iniziato mercoledì sera quando la ragazza di 33 anni, origini marocchine ma residente in Vallesina, nessuna patologia pregressa, è stata accompagnata al pronto soccorso dell’Urbani senza sapere di essere Covid positiva. Una tosse insistente, febbre e difficoltà respiratorie hanno subito insospettito i medici che poco dopo, grazie alla Tac e al tampone hanno capito che non c’era assolutamente tempo da perdere.

La polmonite bilaterale era già in stadio avanzato, la saturazione continuava a scendere e anche se lei non lo aveva percepito fino a poche ore prima, il suo quadro clinico stava precipitando a grandissima velocità. Il rischio era non solo per lei, tra l’altro giovanissima e in buona salute, ma soprattutto per il bimbo che aveva raggiunto ormai le 34 settimane di vita.

Di qui la decisione di intervenire con un cesareo d’urgenza per salvare il piccolo e la mamma, nel frattempo intubata. I sanitari del Carlo Urbani, ieri mattina, hanno contattato i colleghi dell’ospedale Salesi per il trasferimento della neomamma nella Rianimazione dell’ospedale dorico, la quale però non aveva posti disponibili per accoglierla. Così la giovane mamma, intubata nel reparto di Terapia intensiva, ieri mattina, è stata portata in sala operatoria dove il primario dell’Ostetricia e Ginecologia Gianluca Grechi, affiancato dal primario della Terapia Intensiva, l’anestesista Tonino Bernacconi, ha effettuato il taglio cesareo d’urgenza.

Un delicatissimo intervento chirurgico - la donna con il casco da intubata - volto a salvare due vite. Manovre da fare prima possibile anche per poter intervenire anche farmacologicamente sulla donna che non ha potuto veder nascere il suo pargoletto. Lui da ieri mattina è ricoverato nella Terapia intensiva neonatale, pesa due chili e mezzo essendo nato prematuro ma sta bene. Lei, a pochi metri da lui, lotta per la sua vita e per poter conoscere suo figlio. Una storia di grande speranza che proprio in questi giorni in cui sembrava di esserne fuori fa riflettere su quanto sia subdolo questo virus. Tra l’altro quello della 33enne per l’Urbani è il caso più grave di donne gravide Covid positive.

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