Covid, personale militare alla casa di riposo

Il sindaco Santarelli ha chiesto aiuto al ministero della Difesa dopo i 51 casi su 55 ospiti della struttura Vittorio Emanuele II

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"Ho chiesto al Ministero della Difesa di valutare la possibilità di inviare personale medico militare alla Casa di riposo Vittorio Emanuele II di Santa Caterina dove è esploso il focolaio Covid". E’ il sindaco Gabriele Santarelli a chiedere aiuto alle istituzioni sovracomunali sul caso dei 51 anziani contagiati su 55, la stragrande maggioranza dei quali é tuttora in struttura isolata nelle proprie camere e assistita dai medici Usca.

"L’Asur - spiega Santarelli - sta garantendo i turni infermieristici per sopperire alla carenza che si è venuta a verificare a causa della positività al virus di gran parte del personale. Stiamo facendo tutto il possibile, ma la Regione deve prendere in mano la situazione e mandare personale qualificato in quantità sufficiente". Intanto entro domani quattro nuove oss entreranno in servizio alla Casa di Riposo in forma stabile per rinforzare l’organico ridotto all’osso dalle positività anche tra i dipendenti, visto che negli ultimi giorni erano rimasti in servizio solo quattro tra infermieri e operatori sanitari sui 14 abituali. "Una boccata d’ossigeno importante", la definisce Giampaolo Ballelli, presidente della Asp, ormai da diversi giorni in trincea senza sosta. "Lo dico a bassa voce, comunque forse rispetto al punto di caduta di martedì e mercoledì quando le infermiere sono state costrette ai tripli turni, forse la situazione sta migliorando. Il nostro accorato appello per non lasciarci soli è servito e credo che sin d’ora un grande ringraziamento vada al personale rimasto operativo, come pure ai dottori dell’Usca e a quei medici volontari che si sono avvicinati a noi durante queste ore di emergenza, decidendo di prestare servizio senza alcun compenso". Insomma, le antenne arrestano alzate, ma gli ultimi segnali sarebbero incoraggianti. "Dei 55 ospiti permanenti, solo due sono stati trasferiti in ospedale. Gli altri restano in edificio e l’ultima notte l’hanno trascorsa nel complesso piuttosto serenamentecon condizioni di salute che al momento non presentano casi estremamente gravi". A far sperare che il decorso per gli ultraottantenni resti sotto controllo, c’è anche la ricostruzione medica secondo la quale il contagio per gran parte dei nonnini sia avvenuto nella prima decade di ottobre e dunque per molti di loro sarebbero già tre le settimane effettive di positività, in attesa del nuovo giro di tamponi di verifica previsto a metà novembre.

Alessandro Di Marco