Covid Ancona, è positivo ma l’Asur gli invia il Green pass

Il contagio risale al 31 dicembre e oggi avrebbe dovuto fare il primo controllo dopo dieci giorni: ieri è arrivato il certificato di guarigione

Il Green pass è arrivato a un positivo

Il Green pass è arrivato a un positivo

Ancona, 10 gennaio 2022 - La gestione della pandemia sta diventando sempre più difficile e il caos cresce di giorno in giorno. Ci sono i no vax, i no Green pass, chi deve fare un tampone molecolare e non viene contattato da nessuno, c’è chi è guarito e non riesce a ottenere il certificato di guarigione con relativa carta verde. E c’è anche chi è positivo al Covid e riceve il certificato di guarigione con tanto di Green pass. Accade anche questo nel delirio della gestione della pandemia, con il problema in più che in questo caso viene "liberato" una sorta di potenziale "untore" del Covid. Una cosa non da poco in un periodo in cui, complice la variante Omicron, i contagi viaggiano a ritmi vertiginosi. LEGGI ANCHE - Zona arancione più vicina per Marche e Veneto, Emilia Romagna gialla - Nuovo decreto covid 5 gennaio: obbligo vaccino over 50, Green pass per negozi. Cosa cambia La storia è semplice nella sua assurdità. La persona in questione si sottopone a tampone il 31 dicembre dopo essere stato a contatto stretto con un familiare diventato positivo. Il tampone molecolare effettuato dall’Asur certifica la sua positività con tanto di isolamento. Arriva la mail che indica come verifica della positività il 10 gennaio, giorno in cui dovrà sottoporsi al secondo tampone. Bene, si dirà. Certo, se non fosse che ieri mattina, qualche veggente, ha inviato alla persona in questione un certificato di guarigione con relativo Green pass. Insomma l’Asur da un lato oggi dovrebbe effettuare il tampone di conferma o meno di positività e dall’altro invia un giorno prima il via libera per tornare a una vita normale. Il risultato non sarebbe stato ottimale. Se oggi la persona fosse tornata a lavoro come indicato dall’Asur avrebbe messo a rischio contagio tutti i suoi colleghi provocando non pochi problemi. Insomma una questione delicata che potrebbe verificarsi in un qualunque settore, basti immaginarsi cosa potrebbe accadere se una situazione simile coinvolgesse uno studente che, potenzialmente ancora positivo, venisse riammesso a scuola con quello che ne potrebbe conseguire. L’errore dell’Asur nasce dall’indicazione di prima positività fissata il 19 dicembre, non si capisce in base a cosa, mentre il primo tampone positivo è risultato il 31 dicembre. In base ai calcoli dell’Asur, la persone finita in questa situazione, oggi avrebbe terminato i 21 giorni di isolamento ottenendo quindi il via libera. E anche in questo caso, ma l’Asur non ha responsabilità, chi ci assicura che quella persona sia effettivamente negativa? Nessuno. Perchè non è obbligata a effettuare nessun tampone, bastano i 21 giorni per ottenere il Green pass. La fortuna dell’Asur è che questa persona, una volta verificati gli errori grossolani, oggi sarà in fila per effettuare ugualmente il tampone molecolare, come da precedente indicazione, con il rischio di dover combattere con chi effettua i controlli che semmai non avranno più il suo nome in lista perchè ufficialmente "liberato" anche se erroneamente. Insomma un rompicapo, ma soprattutto un problema di salute pubblica per il quale è necessario porre la massima attenzione. Altrimenti è inutile parlare di vaccini, distanziamenti e pulizia della mani.