Covid Ancona, in quarantena da Natale: "Prigioniera in casa e nessuno mi fa il tampone"

La denuncia di un’anconetana rimasta inutilmente in attesa del molecolare: "Ho deciso di trasgredire le regole: esco e vado a farlo a pagamento"

Tamponi molecolari preziosi come l’oro e anche costosi per chi è costretto a farli

Tamponi molecolari preziosi come l’oro e anche costosi per chi è costretto a farli

Ancona, 8 gennaio 2021 - Prigionieri del virus e dell’incapacità di gestirlo. Migliaia di persone anche nella nostra provincia hanno purtroppo provato sulla propria pelle la positività e la quarantena forzata in casa. Lontani dagli affeti, distanti da tutto anche per un mese. A queste mancanze, si sommano le disfunzioni di un sistema che barcolla sempre di più sotto i colpi della pandemia.

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Federica Grati, anconetana, ci ha esposto il suo caso. Che è poi quello di tante altre persone che come lei sono rimaste contagiate dal Covid. "Da dieci giorni – racconta – non ricevo telefonate da parte dell’Asur per il tampone molecolare. Ho chiamato mezzo mondo, ma nessuno mi ha dato ascolto". Uno dei problemi principali della gestione del virus è proprio questo: i casi sono talmente tanti, che i medici di famiglia sono subissati dalle chiamate, le Usca non riescono a far fronte a tutte le richieste, gli ospedali sono quasi al collasso e il sistema amministrativo non regge. Un po’ per storica incapcità gestionale, un po’ per mancanza di personale. All’Asur servirebbero medici che affrontino i casi di contagio e che sbrighino le pratiche dei tamponi molecolari ai malati. Ma non ci sono. I tracciamenti sono fermi al 15 dicembre ad Ancona.

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"E’ una cosa indecente – dice ancora la signora Grati –. Io ho scoperto la positività il 26 dicembre scorso. E pensare che il tampone rapido era negativo, nonostante la notte avessi avuto 40 di febbre. Sono andata a Torrette, sono stata tutto il giorno in ospedale, mi hanno assistita come si deve facendomi tutti gli esami possibili. Alla fine è emersa la positività". Ho rispettato alla lettera il protocollo: mi sono chiusa in casa, isolata dai miei figli. Non vedo e non sento più nessuno da giorni ormai. Faccio la raccolta differenziata Covid, come previsto dai regolamenti, ho il balcone pieno e nessuno che viene a portarmela via, nonostante io l’abbia chiesto più volte". Chissà quante altre persone, nella stessa situazione della signora, si ritrovano nelle sue parole.

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"C’è gente che sta chiusa in casa dal 15 dicembre, non è stata mai chiamata da nessuno. Ho parlato più volte con il mio medico di famiglia. Mi ha ripetuto che non può fare granché. A questo punto io mi sono decisa. Trasgredisco le regole, esco e vado a fare un tampone molecolare a pagamento". In realtà molti già fanno così: aspettare che l’Asur chiami, è diventato un sogno quasi irrealizzabile. Il sistema dovrebbe funzionare così. In realtà non lo è mai stato. La pandemia non conosce ostacoli, i contagi schizzano senza freno e anche i più scrupolosi vengono messi in ginocchio dalle regole.

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