Covid Ancona. "Aumentano i casi in terapia intensiva, rischio zona gialla"

Il primario della clinica di Rianimazione a Torrette, Abele Donati, mette in guardia: "Ma per ora la situazione resta sotto controllo"

Terapia intensiva Covid

Terapia intensiva Covid

Ancona, 1 settembre 2021 - "Non siamo ancora tornati al passato, i numeri non dicono questo, ma un lento e costante incremento dei casi di pazienti Covid in terapia intensiva c’è. Se continueranno a salire il rischio di tornare in fascia gialla è concreto. I nostri pazienti? Nessuno di loro era vaccinato al momento del contagio, a parte uno che però ha ricevuto la prima dose quando era già affetto da polmonite".

Il professor Abele Donati, primario della clinica di rianimazione dell’ospedale di Torrette, ha il polso della situazione sotto controllo da oltre 18 mesi. La sua unità operativa è in prima linea contro il Covid dalla fine di febbraio del 2020 e a parte due brevi parentesi nelle estati 2020 e 2021 pazienti con gravi forme di polmonite interstiziale ci sono sempre stati.

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 L’ombra della quarta ondata è molto presente: "Fino a questa mattina (ieri mattina, ndr) – racconta Donati al Carlino – c’erano cinque pazienti Covid in terapia intensiva, poi abbiamo purtroppo rilevato la morte di uno di questi, un 68enne trasferito nei giorni scorsi da un altro ospedale delle Marche. Dei quattro rimasti, tre li abbiamo sistemati nell’ambiente dedicato, una stanza con pressione negativa, lasciando la stanza grande con i 13 posti per i casi non-Covid, mentre il quarto è in una stanza isolata. Due dei pazienti sono stati collegati al sistema di ossigenazione extracorporea Ecmo visto che i loro quadri clinici sono peggiori. Fino a poche settimane fa non avevamo più casi, poi hanno iniziato ad arrivarne e ora piano piano la crescita è costante. Per ora la situazione è sotto controllo, ma capisce da solo che le cose potrebbero cambiare in maniera repentina. Abbiamo contatti frequenti con unità operative di altri ospedali e la possibilità di nuovi trasferimenti è molto concreta. A parte un caso arrivato da noi attraverso il pronto soccorso del nostro ospedale, gli altri sono tutti stati trasferiti da altri ospedali e ne stiamo attendendo degli altri".

Sarebbero stati sette i pazienti ricoverati se la scorsa settimana i due uomini di origini macedoni, padre e figlio, non fossero stati caricati a bordo di un velivolo pagato dalla loro assicurazione che li ha portati in Svizzera, Paese di residenza. Restando legati al presente e alle modifiche di breve periodo, la direzione ospedaliera deve dettare le linee guida, di concerto coi vertici regionali della sanità, per capire come comportarsi da qui in avanti. Il rischio di riempire di nuovo le terapie intensive è fortissimo e il problema principale per affrontare una nuova offensiva è sempre lo stesso: il personale. "Soprattutto infermieri – specifica Donati – Per gli spazi non ci sono difficoltà, presto i nuovi posti di terapia intensiva (38 in più complessivamente soltanto a Torrette, ndr) saranno a disposizione, resta da capire come affrontare il nodo del personale, medici compresi. Le scelte spettano alla direzione aziendale e alla politica, noi aspettiamo solo di conoscere i loro input e metterli in pratica. Settembre potrebbe essere un mese decisivo in tal senso".  

Il blocco 2R a Torrette è stato allestito e presto sarà operativo, così come i posti di terapia intensiva al piano zero della palazzina di malattie infettive.