Da perdente a Re Mida in dieci giorni

Ma adesso è così. La squadra continuerà a chiamarsi Ancona. Avrà il suo simbolo sulla maglia. Il prossimo anno non avrà neppure il nome del Matelica a far da corollario. Insomma, un’apoteosi. E quindi adesso con Stefano Marconi che facciamo? Eravamo stati tra coloro che l’avevano aspramente criticato per non aver saputo gestire al meglio una società in evidente difficoltà in Eccellenza. Non ritiriamo mezza parola: quella società, in quelle condizioni, con quella dirigenza, con la serie di errori accumulati in passato e anche recentemente nell’allestire una rosa incapace di vincere, è stata un fallimento. E ora? Marconi è improvvisamente diventato re Mida? E’ colui che un giorno qualcuno citerà come il salvatore della patria? Un uomo geniale che ha avuto il merito di dare una sberla in faccia a chi non credeva in lui? Non era il male assoluto prima, non è Superman ora. Probabilmente un altro al posto suo, dopo aver peraltro già annunciato di voler lasciare la presidenza dell’Anconitana, sarebbe proprio sparito dalla circolazione, tornando a fare solo l’imprenditore. E invece a lui, adesso sì, va dato il merito quantomeno di aver avuto orgoglio, di tenerci fino in fondo alle cose che fa. Onestamente, peggio di come eravamo messi dieci giorni fa non si poteva. Quando tocchi il fondo puoi solo risalire. E Marconi l’ha fatto. Probabilmente è da più di una settimana che aveva maturato l’idea, proponendola a Canil. Un progetto del genere non può essere messo in piedi in due minuti. Ora speriamo tutti che da Roma non facciano scherzi e per una volta premino lo sforzo di un capoluogo innamorato di quella maglia e che ha già sofferto troppo. Ma in ogni caso Stefano Marconi la sua sfida personale l’ha già vinta.

Andrea Massaro