REDAZIONE ANCONA

Dagli scolari alla pinsa. Ecco la Bottega Garibaldi

Il mitico negozio del Corso diventa un negozio di street food da leccarsi i baffi. La cartoleria aveva chiuso due anni fa. Ora è rinata grazie a Luciano Samuele.

Dagli scolari alla pinsa. Ecco la Bottega Garibaldi

Pinsa mania, nuova vita per i locali dell’ex ‘Bottega dello scolaro’: apre ‘Bottega Garibaldi’, il primo negozio di pinsa romana in centro. Lunghe file nel punto di street food sorto là dove prima, per anni, c’è stata la storica ‘Bottega dello scolaro’. La cartoleria di Roberta Baldini aveva chiuso circa 2 anni fa, dopo aver servito generazioni di anconetani per oltre 60 anni. L’inagibilità del negozio, dichiarata a gennaio 2022, era stato uno dei motivi per cui Baldini aveva lasciato. Ma quella vetrina trasandata e vuota di un locale fatiscente nel cuore del centro, oggi, è solo un lontano ricordo. Luciano Samuele (già titolare di varie attività nel capoluogo, tra cui Mare 226, a Marcelli) ha infatti deciso di aprire un’originale pinseria in 60 metri quadri di spazio, distribuiti su due piani. Da ieri, all’esterno, ci sono anche i tavolini e tra qualche mese, quasi sicuramente, arriveranno i dehors. Samuele, 50 anni, si sposa oggi in Comune. Doppia festa, per lui: "Sono contentissimo di questa nuova sfida, la clientela risponde bene, c’è curiosità e soddisfazione". Ad aiutarlo nell’impresa, Marco Campobassi, con altri dipendenti che servono pinse e calzoni da un bancone a strapiombo sul corso. È il primo negozio di questo tipo, in città. L’idea di una pinseria è venuta proprio a Luciano: "Di origine sono ciociaro di Sora, in provincia di Roma, dove è nata la pinsa romana – spiega – Si tratta di un prodotto inizialmente per poveri, realizzato con farina 0, farina di soia, riso e frumento e cotta in un semplice forno a legna". Di pinse, qui, ce ne sono davvero per tutti i gusti: c’è quella da passeggio, quella al piatto, ai 4 formaggi, la margherita, la rucola e stracchino, fino ad arrivare a quelle più particolari e ricercate. I palati sopraffini optano per mozzarella di bufala, rigorosamente nostrani vengono da Chiaravalle e presto serviremo il tagliere Garibaldi, con tanto di spritz. La scelta di un bancone a vista? È per bloccare gli occhi dei clienti – fa Samuele, che nell’attività ha investito centinaia di migliaia di euro – Oggi la gente vuole vedere prima di mangiare, è curiosa di conoscere il prodotto e il modo in cui viene fatto. Ho deciso di scommettere sul centro per portare un po’ di Roma ad Ancona. Non c’è bisogno di arrivare al Colosseo per una buona pinsa". All’inizio, dice, persino "il Comune era scettico", poi però Samuele ha sorpreso tutti: "Ora – commenta Campobassi – vorremmo dei dehors a vetro coi funghi per servire anche d’inverno. L’ideale sarebbe un tendone a copertura del corso per lavorare con ogni condizione meteo, come succede all’estero".

Nicolò Moricci