MARINA VERDENELLI
Cronaca

Dalla Somalia al Salesi. Ustioni gravissime a 4 anni, impossibile operarla in Africa: la rinascita di Naimo è qui

Un ponte della salute da Mogadiscio ad Ancona per curare la bimba rimasta ferita. I chirurghi plastici hanno effettuato diversi trapianti di pelle e piccole incisioni. I carabinieri hanno avviato una raccolta spontanea di fondi per pagare l’intervento.

La bimba di quattro anni si è ustionata per un incidente domestico in Somalia

La bimba di quattro anni si è ustionata per un incidente domestico in Somalia

Si chiama Naimo ed è una bambina somala a cui un ponte umanitario-sanitario ha permesso di essere curata. La piccola, arrivata ad Ancona da Mogadiscio, aveva ustioni di secondo grado profondo che potevano comprometterne la crescita. E’ stato un cugino, residente a Fano, a portare a galla la sua storia. La bimba è stata vittima di un incidente domestico con acqua bollente. A trovare i fondi necessari per operarla ci hanno pensato i carabinieri del comando provinciale di Ancona. A dicembre hanno dato il via ad una raccolta spontanea di denaro tra militari e sono riusciti ad arrivare alla somma necessaria per l’operazione. Con la raccolta sono state donate anche due auto elettriche, personalizzate con la livrea dell’Arma, ai piccoli pazienti del Salesi. L’intervento sulla bambina, arrivata ad aprile in Italia con la madre, è stato effettuato dall’equipe della Clinica di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, diretta dal professore Giovanni Di Benedetto, in collaborazione con la Clinica di Chirurgia Pediatrica del Salesi, guidata dal professore Giovanni Cobellis. Per far arrivare Naimo e la sua mamma in Italia è stato necessario un iter burocratico a cui ha pensato il tenente colonnello Carmine Elefante. In Somalia è in corso da anni una guerra civile che lo rende uno degli stati maggiormente a rischio terrorismo e di forte emigrazione. Naimo ieri era in ospedale, mentre la direzione presentava il traguardo raggiunto. Ha avuto sorrisi e bacini per tutti. "La nostra Azienda ha dimostrato il suo spirito umanitario e solidale per correre in aiuto della paziente – ha commentato Marco Gozzini, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria – dimostrandosi pronta in casi particolari e multidisciplinari come questo. Non è la prima volta e sicuramente non sarà neppure l’ultima che si mettono in moto ponti umanitari come questo per facilitare l’accesso alle cure a tutti".

Mesi fa la bambina era rimasta coinvolta in un incidente domestico: l’acqua bollente di una pentola le era finita addosso, prima sul viso, dalla parte parietale destra, per poi interessare la spalla, il braccio, la mano e l’area toraco-addominale. Le cicatrici provocate dalle ustioni, dolorosissime e tamponate non in maniera adeguata in Somalia, avrebbero provocato conseguenze irreparabili per lo sviluppo della bambina: difficoltà motorie, la funzionalità degli arti, dal braccio alle dita, e quella dell’orecchio attaccato al cranio. Da qui l’intervento dei chirurghi plastici che hanno effettuato dei rilasci in zone cicatriziali, trapianti di pelle, piccole incisioni e altri dettagli clinici. Il professore Di Benedetto ha spiegato che "quando Naimo è arrivata si preoccupava di vedere tutti questi camici bianchi attorno a lei, ora è tranquilla, fa sempre festa ed è una gioia vederla così. Senza il nostro intervento Naimo avrebbe avuto problemi in prospettiva con la sua crescita". Dopo il suo arrivo Naimo è stata subito operata dall’equipe del professore Di Benedetto. Con lui il dottore Antonio Stanizzi e gli specializzandi Alberto Pau e Benedetta Zara. Importante anche il ruolo della Clinica di Neuroriabilitazione con la professoressa Maria Gabriella Ceravolo. Prezioso anche il contributo delle Patronesse del Salesi.