Demolita villa Giacomelli, "doveva essere un museo"

La famosa abitazione del fotografo in via Verdi non esisterà più: da lunedì i lavori per buttarla giù: al suo posto nascerà un residence

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E’ partita in questi giorni la demolizione della casa del fotografo Mario Giacomelli. Gli abitantti di Senigallia hanno reagito alla notizia con sconcerto: "Assurdo, doveva diventare un museo". La villa del fotografo è stata acquistata da un uomo residente fuori dal Comune durante la scorsa estate e pagata oltre 600 mila euro. La villa, costruita alla fine degli anni ’70 e in stile contemporaneo è nel cuore di via Verdi. Un villino con portico, giardino destrutturato ma da anni disabitata, anche se ambita da moltissimi senigalliesi e non, che, nel corso del tempo, avevano preso informazioni sull’abitazione. Ognuno, in cuor suo, avrebbe avuto il piacere che quel pezzo di storia della città continuasse a vivere. E invece, proprio come per la storica tipografia di via Mastai, anch’essa di proprietà del famoso fotografo, non avrà un futuro. Lunedì sono partite le operazioni di demolizione e una parte dell’abitazione è già un mucchio di calcinacci, dove c’è già chi, per ricordo, se n’è accaparrato un piccolo pezzetto proprio come avvenuto per il muro di Berlino. I residenti di via Verdi erano soliti vedere il fotografo di fama mondiale, scomparso nel 2000, raggiungere la sua casa in sella ad una bicicletta nera, con la sua inconfondibile chioma bianca. Un percorso che faceva ogni giorno per raggiungere la tipografia, dove lavorava e dove, oltre a stampare e riprodurre, Mario Giacomelli aveva ricavato un angolo pieno di oggettistica proveniente da tutto il mondo, una cosa singolare negli anni ’90, che in città lo accumunava solo ad un altro artista, Gianni Guerra. Dalla tipografia Giacomelli era solito percorrere il corso 2 Giugno e raggiungere il ‘Bar Roma’ (ora Scout), dove scattava ed esponeva foto, in molte delle quali ritraevano i personaggi storici della città. La spiaggia di velluto è fiera di quell’omone dai capelli bianchi, dall’aspetto un po’ burbero ma sempre gentile: un vero signore. La demolizione della sua abitazione non è andata giù a tanti suoi concittadini rammaricati dal fatto che quella casa non sia stata trasformata in un museo espositivo delle sue opere: fotografie, ma anche quadri e oggetti d’artigianato. Sulle ceneri della sua splendida villa nascerà probabilmente un residence, magari che porterà il suo nome, proprio com’è accaduto ad altri pezzi di storia della città, dove a resistere è ancora villa Pieralisi, ristrutturata e messa a disposizione dei turisti che vogliono trascorrere le vacanze nella stessa abitazione dov’è passata anche Virna Lisi.