In casa di Erina tra fango e lacrime: "Schiacciata sul soffitto dalla furia del Nevola"

Barbara, abbiamo incontrato il nipote della 77enne che è rimasta intrappolata nella sua abitazione devastata dall’alluvione "Ero bloccato in auto perché la viabilità era interrotta, ho anche cercato di arrivare qui a nuoto ma non sono riuscito a salvarla"

di Giacomo Giampieri

Quella casa dove ha perso la vita, effettivamente, non era la sua. Ma era come se lo fosse diventata da quando, circa otto anni prima, aveva scelto di accompagnarsi con Primo Giuliani (92 anni) e di andare dunque ad abitare lì, lei, originaria di Montecarotto. Si prendeva cura della casa, la amava. E quando ha compreso che l’ondata del Nevola avrebbe cancellato tutto, ha provato disperatamente a difenderla chiudendo le finestre. Come a ricacciare quel fiume nemico dentro gli argini, a tenerlo fuori dalle mura che custodiva. "Non c’è riuscita. Un infisso l’ha travolta ed è caduta su un materasso. L’acqua è iniziata ad entrare senza sosta e la stanza dove si trovava si è riempita, tanto da schiacciarla contro il soffitto. Che come potete vedere, solo in quel punto, è intonso ed è rimasto bianco. In tutti gli altri punti, invece, si vede solo fango". Ha ancora i brividi Cristian Procicchiani, pensando a come è finita la vita della 77enne Erina Febi. Lui, nipote di Primo, la chiama ugualmente "nonna" mentre si concede ad una straziante intervista al Carlino, raccontando gli ultimi minuti della donna scomparsa nell’abitazione alle pendici del paese di Barbara, ma ufficialmente sita nel comune di Ostra Vetere.

Alluvione, Mattia Luconi ancora disperso. I morti sono 11. La diretta

Ci apre le porte di casa sua (Cristian vive al piano superiore assieme alla compagna Valentina e la figlioletta, Primo e "Rina" stavano sotto). Aiuta i vigili del fuoco a sgomberare cantina e pianterreno dove è tutto da buttare. È senza voce, stremato. Lavora a testa china. Vuole tornare presto al sicuro. In quella villetta che, "nel 2028, toccherà i cento anni dalla sua edificazione. Era resistita perfino alle guerre. Il ponte era stato centrato dalle bombe, la casa no". Una casa che si è trasformata in un set da film dell’orrore, giovedì sera. "Io ero a lavoro – seguita Cristian nel racconto – Quando mi hanno avvertito di quanto stava accadendo sono tornato di corsa verso casa, ma la viabilità era completamente interrotta in contrada Coste. Mi sono dovuto fermare a pochi metri, in salita, dove l’acqua non arrivava. E non potevo fare altro che osservare la furia delle onde attorno alla casa, poi mi sono messo a nuotare quando la situazione me lo ha consentito".

Dentro, intanto, accadeva l’inimmaginabile. Erina veniva centrata dalla finestra e scivolava. La compagna di Cristian, Valentina, con un bastone e afferrandola per le braccia cercava di salvarla. Ma il Nevola, entrato prepotentemente nella villetta, voleva portarsi via l’anziana. E ci è riuscito. Mentre Valentina e figlia, assieme a Primo, si sono messi al sicuro salendo al piano superiore, la 77enne è stata trascinata e sbattuta con violenza verso l’alto mentre era svenuta sul letto. "Potrebbe anche essere morta soffocata, più che annegata. Non me ne capacito", aggiunge fortemente provato Cristian. Poi si volta e aiuta i pompieri a spalare del fango a mani nude. Prende qualche oggetto e lo trascina fuori. Di riutilizzabile c’è poco, restano solo i ricordi. "Non posso neppure fornirvi una foto di Rina perché anche gli album di famiglia sono stati cancellati dalla melma".

Di certo, per Cristian, non è stata cancellata una storia secolare. "Perché io voglio ricostruire la mia vita in questa casa. Non ho dubbi. Sono nato qui, come i miei antenati, e qui voglio rimanere". Senza timore del fiume. Quanto più con il sentimento della rabbia nei confronti di chi avrebbe dovuto manutenerlo correttamente e garantire la sicurezza delle persone che risiedono in contrada Coste. "Le case ci sono da cento anni e questo devono capirlo".