E’ in videochiamata con la moglie, dal carcere, ma non gradisce la presenza del poliziotto. Terminata la telefonata inizia ad insultarlo e poi lo aggredisce. "Guardi mia moglie? Pezzo di m., quando esco ti ammazzo, ti vengo a trovare sotto casa e ti sparo in bocca". Era il 17 maggio del 2022 quando a Montacuto un detenuto barese, 30enne, appartenente ad un clan pugliese e in prigione per gravi reati, ha perso la testa offendendo e picchiando un agente della polizia penitenziaria. Stando alle accuse il pugliese aveva appena terminato la telefonata via Skype, autorizzata, quando se l’è presa con il poliziotto lamentando di non aver avuto privacy. L’agente lo ha invitato a tornare in cella spiegando che era lì per controllare che parlasse con la consorte e nessun altro, ma il detenuto avrebbe proseguito. Nemmeno l’intervento di altri due agenti, uno arrivato dalla sala mensa, lo avrebbero trattenuto nell’aggredire il poliziotto. Con le mani lo avrebbe afferrato per il collo, per prendergli la testa come a dargli una testata. Poi lo ha spintonato per il petto. L’intervento dei colleghi ha evitato il peggio. Due agenti sono rimasti feriti con 4 e 6 giorni di prognosi. Qualche escoriazione l’ha riportata anche il detenuto che ha rifiutato però il trasporto in ospedale. Il 30enne è a processo davanti alla giudice Tiziana Fancello per violenza, minaccia, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Ieri sono stati sentiti in aula i poliziotti intervenuti. Uno è stato minacciato così: "Prendo una lametta per fregiarti il volto".
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