Tetraplegico dopo una caduta: Dimitri Santarelli ha bisogno di un’auto per riabbracciare la mamma

La vita del falconarese cambiò a 14 anni in Grecia: ora si organizzano raccolte fondi per aiutarlo ad acquistare questo mezzo che dovrà trasportare nell’Ellade la sua carrozzina

Dimitri Santarelli, 21 anni

Dimitri Santarelli, 21 anni

Ancona, 2 marzo 2023 – La vita di Dimitri Santarelli, è cambiata a 14 anni, quasi sette anni fa, esattamente il 13 maggio del 2016. Un incidente con la bici mentre si trovava con un amico a Salonicco, la città greca dove la sua famiglia viveva, sebbene il padre, Simone, sia originario di Falconara. Mancavano otto giorni al compimento dei suoi 15 anni quando Dimitri, con un suo amico, scendeva a scapicollo, con una specie di mountain bike, da una collina di Serres, in Tessalonica.

Voleva provare a imitare suo padre che aveva fatto downhill. Il destino lo ha fermato contro un albero e si è procurato una lesione alla seconda vertebra cervicale. La conseguenza è stata la più drammatica possibile: una grave tetraplegia. Da quel giorno la vita di un adolescente è diventata una vera e propria battaglia per la vita, battaglia che ha portato anche tante piccole vittorie. Oggi Dimitri ha 21 anni, è un gigante alto quasi 2 metri e in carrozzina pesa 220kg. Ha una brillante intelligenza, oltre che un grande cuore, che lo hanno motivato ad iscriversi alla facoltà di Ingegneria dell’università Poliecnica delle Marche, per poter realizzare almeno uno dei due suoi sogni: diventare ingegnere navale o progettare nuovi e più evoluti apparati e strumenti, per chi è disabile come lui. Ma Dimitri ha ancora bisogno di una "grande squadra di amici".

E per questo il 17 marzo al teatro Valle di Chiaravalle andrà in scena uno spettacolo il cui ricavato sarà destinato proprio al suo progetto. La compagnia teatrale ‘Tutto esaurito’ metterà in scena lo spettacolo comico "C’ho na fiola bella ‘n belpò’". Una storia quella di Dimitri di grande sofferenza ma di maggiore speranza. Nel 2016 la lesione midollare a livello C2 ha causato a Dimitri anche la perdita della respirazione con la conseguente necessità di essere tracheostomizzato e di utilizzare ventilatori meccanici.

Grazie ad una soluzione innovativa, sperimentata nell’Unità Spinale dell’ospedale Niguarda di Milano, nel 2018 al ragazzo falconarese sono stati impiantati nel diaframma paralizzato degli stimolatori elettrici, comandati da un dispositivo esterno. Solo così Dimitri riesce a respirare più facilmente, senza troppa sofferenza e a parlare più facilmente. Suo padre Simone, per non accettare che suo figlio morisse, ha lasciato il resto della famiglia per portarlo in Italia, dove lui era nato, Falconara nella casa del nonno, da cui si poteva raggiungere il reparto di terapia intensiva dell’ospedale Torrette di Ancona, dove Dimitri ha ricevuto le prime amorevoli cure. Simone dovette lasciare Nikoletta, per la quale si era trasferito in Grecia, perché si prendesse cura di Alessio, il fratellino di Dimi, e continuasse a portare avanti l’attività commerciale che costituisce l’unica fonte di reddito, insufficiente per pagare i costi che da quel momento sono sopraggiunti.

Ma ora Dimitri, Dimi per gli amici, deve acquistare un veicolo adatto, perché gli può capitare di dover raggiungere urgentemente l’Unità Spinale, ma anche per frequentare i corsi universitari. E ancora riunire la famiglia in Grecia. La salute di Dimitri resta precaria e può essere curato gratuitamente solo in pochi centri d’eccellenza. Con il veicolo che oggi hanno, per percorre i 437 chilometri di strada ci vogliono 6 ore.

Per Simone e Dimitri non è pensabile tornare a vivere in Grecia. Il più bello, grande ma doloroso desiderio di tutta la famiglia è quello di stare tutti e quattro insieme. Vorrebbero poterlo fare almeno un paio di volte all’anno, durante le festività natalizie e quando mamma Nikoletta riesce a prendersi un po’ di ferie.