PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Discarica a cielo aperto. Ecco come è ridotto il campo del Piano: una montagna di rifiuti

Durante la nostra inchiesta un uomo entra dal cancello di piazza d’Armi, apre gli sportelli dell’auto e scarica di tutto con grande tranquillità. Una dozzina di bivacchi con cartoni adagati in mezzo al traffico.

Discarica a cielo aperto. Ecco come è ridotto il campo del Piano: una montagna di rifiuti

Discarica a cielo aperto. Ecco come è ridotto il campo del Piano: una montagna di rifiuti

Degrado e abbandono al Piano: l’ex campo sportivo della gloriosa società sportiva Piano San Lazzaro usato come una discarica. In attesa che il concetto di decoro venga esteso a tutta la città dalla nuova giunta comunale, il Carlino ieri è entrato in contatto con una situazione a dir poco sconvolgente. Cumuli di rifiuti presenti in ogni angolo di un’area molto estesa che parte dall’impianto sportivo trasformato in parcheggio per poi coinvolgere tutta piazza d’Armi, fino alla casetta dell’acqua, promossa proprio dal Comune, e alla parte più vicina alla Marina e alla zona dove un giorno sorgerà il nuovo mercato coperto del Piano. Difficile pensare che nessun membro dell’amministrazione comunale, allargando il discorso ai consiglieri e a tutti i loro collegamenti abbia ricevuto un report, quanto meno una segnalazione su quanto accade in quel pezzo di città.

Un pezzo importante che merita attenzione e rispetto come le zone di maggior pregio, dal Passetto al centro storico. Sacchetti pieni di rifiuti abbandonati in ogni angolo, cartacce, mobili fatti a pezzi, suppellettili varie e poi il dato più sconcertante: centinaia e centinaia di bottiglie di birra, vino e superalcolici accatastate in vari punti, segno di come l’area sia frequentata da gruppi di persone impegnate a bivaccare. E a proposito di bivacchi, ne abbiamo contati almeno una dozzina, bivacchi di fortuna, composti da scatoloni adagiati a terra in mezzo al traffico della piazza e di via della Montagnola e via Torresi. Tutto attorno il mondo va avanti, caotico, quasi senza accorgersi del disagio vissuto oltre una rete o la mura dell’ex campo sportivo. Gli unici segnali di presenza quanto meno virtuosa è l’allestimento di un campo da cricket, certamente organizzato dalla comunità bengalese della città. Il resto è una vera e propria galleria degli orrori. Ognuno si sente in diritto di usare quello spazio come la sua discarica personale. A terra c’è di tutto, materiale di risulta, sfalci, non manca nulla. Mentre stiamo registrando la penosa situazione all’interno del campo da calcio, una utilitaria entra dal cancello principale posto sul lato di piazza d’Armi verso il grande parcheggio incustodito. Dal lato guida scende un uomo che inizia ad aprire sportelli e cofano e a tirar fuori sacchi e sacchetti da gettare in mezzo al resto dell’immondizia. A poca distanza un gruppo di asiatici impegnato a giocare a carte su una stuoia osserva la scena e poi riprende la partita. L’uomo, tranquillo e beato, e alleggerito dal pensiero, risale in auto e se ne va. Le zone attigue al campo non se la passano meglio. Lo spicchio di verde che arriva fino all’incrocio con via Torresi è un’altra discarica a cielo aperto, anche qui bivacchi e rifiuti di ogni genere. Nella grande piazza, lungo il fronte alle spalle di un parcheggio privato e di un’area di servizio, altro degrado intollerabile e altri bivacchi, anch’essi allestiti in mezzo al caos del traffico di tutti i giorni. La strada a senso unico che conduce all’incrocio con via della Marina è infestata di piante selvatiche che hanno invaso il marciapiede, i cartelli stradali sono stati divelti e buttati a terra. Tutti passano di lì e nessuno si accorge di come il decoro lì non abbia mai albergato.