Ancona, donna molestata e picchiata: "L’ho rifiutato, mi ha preso a testate"

Notte da incubo per una 43enne aggredita da un tunisino in un bar

Paola Casagrande, la 43enne aggredita (foto Antic)

Paola Casagrande, la 43enne aggredita (foto Antic)

Ancona, 20 febbraio 2018 - Molestata prima e aggredita poi con una testata. La notte d’inferno di una donna di 43 anni, Paola Casagrande, origini pugliesi, ma da sempre residente tra Falconara ed Ancona. Una serata in allegria, trascorsa con gli amici, e poi trasformata in un incubo. Il fatto è accaduto nelle prime ore del mattino di domenica all’interno di un bar di Collemarino. Lei, Paola Casagrande, rea soltanto di aver rifiutato le avances pesanti e ripetute di un soggetto, uno straniero di origini tunisine, conosciuto dalla donna. Lui, alla fine, non ci ha visto più e, nonostante non fosse, pare, sotto l’effetto di alcol o droghe, l’ha colpita in pieno volto spaccandole il setto nasale. Il sangue freddo della donna ha evitato conseguenze forse peggiori. Il tempo di salire in auto, nonostante il sangue che sgorgava dal naso, la corsa verso la tenenza dei carabinieri a Falconara e infine la denuncia liberatoria e i trattamenti sanitari al pronto soccorso di Torrette.

Paola Casagrande, partiamo dalla fine: quali conseguenze ha riportato in seguito al colpo subìto?

«La prima visita e gli esami diagnostici hanno confermato la rottura del setto nasale. Per ora il medico di pronto soccorso mi ha dato una prognosi di 30 giorni, ma dopo la visita dello specialista non è detto che i giorni possano aumentare».

Torniamo a sabato sera. Come si è arrivati a quel drammatico epilogo?

«Era un sabato sera come tanti altri. Avevo raggiunto mia sorella, mio fratello ed altri amici in questo bar di Collemarino, vicino alla Statale. C’era della musica, io sono ballerina e quindi ho iniziato a danzare assieme ad altri. Nel bar c’era anche quel soggetto, il tunisino. Lo conosco bene, da tanto tempo».

Poi cos’è accaduto?

«Lui ha iniziato prima a molestare mia sorella, poi ha iniziato con me. Continuava, ripetutamente, a toccarmi il sedere e a palpeggiare altre parti del corpo. Per non creare problemi, per non farlo agitare, mi sono limitata a dirgli di farla finita. In passato mi è capitato di difendermi da sola, al punto da beccarmi un richiamo dal questore. Il tempo è passato così».

Fino a quando non è passato alle vie di fatto?

«E’ andato avanti a lungo, ma soprattutto ha atteso che io restassi sola nel bar, assieme al titolare. Gli altri, nel frattempo, erano andati in discoteca, io non ne avevo voglia quella sera. Sapendo questo, il tunisino ha aspettato che non ci fossero problemi per lui e all’ennesimo mio diniego mi è venuto vicino, alzando il braccio. D’istinto, temendo mi colpisse con un pugno, ho cercato di proteggermi, chiudendo gli occhi. In quel momento sono stata colpita».

A colpirla però è stata una testata?

«Sì, sebbene in un primo momento credevo mi avesse dato un pugno. Il titolare del locale l’ha visto in diretta. Quel tipo il pugno lo ha alzato per darsi una spinta ulteriore e con la testa mi ha colpito il naso. Una violenza inaudita e un dolore infinito».

Lei come ha reagito?

«Avendo esperienza e non essendo una sprovveduta, non mi sono agitata, non ho iniziato ad urlare, a minacciare di denunciarlo. Tra l’altro avevo pure il telefono scarico. Me ne sono semplicemente andata, con calma, senza farlo innervosire. Temevo che le cose potessero peggiorare, che lui potesse tirare fuori un coltello».

Cos’è successo poi?

«Sono salita in auto, lui mi ha seguita, mi parlava, ma non capivo cosa volesse. Avevo mantenuto la calma, ma dentro ero agitata, terrorizzata e soprattutto perdevo sangue, un fiume quasi. Con l’auto ho fatto dei giri alternativi per evitare che lui potesse seguirmi, fino a suonare alla tenenza dei carabinieri di Falconara. Ringrazio ancora il personale, a partire dal piantone che mi ha soccorsa subito e fatto arrivare un’ambulanza».

Il resto è cosa nota, tra denuncia e cure in ospedale. E il suo aggressore?

«Di lui non sappiamo nulla, aspettiamo le indagini degli inquirenti».