Doppio trauma, così è morto il direttore sportivo

Caduta choc al traguardo, l’autopsia esclude che si sia trattato di un malore: Stefano Martolini ucciso a causa dell’investimento

Migration

di Marina Verdenelli

E’ morto per un politrauma causato dall’investimento Stefano Enrico Martolini. Il primo trauma lo ha avuto al torace, per l’impatto della bici che gli è andata addosso, il secondo alla nuca, quando è caduto battendo la testa sul pavimento del marciapiede. Se sia stato il primo o il secondo a far smettere di battere il suo cuore si potrà sapere solo più avanti quando saranno completati i risultati dell’accertamento. E’ quanto trapela dall’autopsia eseguita ieri sul corpo del direttore sportivo lombardo, 41 anni, deceduto domenica pomeriggio durante le fasi finali della competizione ciclistica "Trofeo Comune di Castelfidardo". Il tecnico si trovava sul marciapiedi, a circa 300 metri dall’arrivo, quando è stato investito dal ciclista 23enne Nicola Venchiarutti, friuliano, della Work Service. Il giovane era in volata verso il traguardo e avrebbe perso il controllo della bicicletta allargando troppo la cura e finendo sopra il marciapiede dove si trovavano diversi spettatori e anche il direttore sportivo. Venchiarutti lo ha preso in pieno finendo poi contro un muretto. Un impatto violentissimo. Il pubblico ministero Andrea Laurino aveva affidato l’incarico al medico legale Mauro Pesaresi che ieri ha eseguito l’autopsia all’ospedale di Torrette (inizialmente la salma era stata portata all’obitorio dell’Inrca). All’esame autoptico è stato presente anche il consulente di parte, nominato dallo Studio3A-Valore che tutela la famiglia del defunto, il medico legale Marco Palpacelli. Oltre 3 ore di autopsia che la Procura aveva chiesto per avere certezza che il 41enne non avesse avuto un malore e che le cause della morte fossero proprio dovute all’investimento. La bicicletta dello sportivo è stata posta sotto sequestro come anche il casco che indossava e il computer di bordo della due ruote, una sorta di cronometro che registra velocità e chilometri di percorrenza. Sul mini computer si cercherà di definire la velocità con cui il 23enne andava e altre informazioni utili che possano aiutare a ricostruire la dinamica dell’incidente. Sull’accaduto c’è un video amatoriale fatto da una donna che si trovava nelle vicinanze e che stava in quel momento facendo il tifo per un gareggiante.

Intanto le condizioni del ciclista, che ha subito un delicato intervento all’ospedale di Torrette, nel reparto di Neurochirurgia, stanno migliorando. Il giovane, che come atto dovuto anche a sua garanzia è indagato per omicidio colposo, si è affidato all’avvocato Barbara Zilli. Il legale attende di parlare i prossimi giorni con il pubblico ministero. "Per ora ci sta a cuore la salute del ragazzo – dice l’avvocato Zilli – sappiamo che sta meglio, è fuori pericolo, muove le gambe anche se una ancora con un po’ di difficoltà. Dovrà fare un lungo percorso di fisioterapia e appena possibile lascerà l’ospedale marchigiano per affrontare la riabilitazione nella sua regione".

Venchiarutti conosceva Martolini, erano amici nel mondo del ciclismo e legati da stima reciproca. Il 23enne ha saputo della sua morte e questo, insieme all’incidente subito, lo ha gettato in un profondo stato di choc.