Avrebbero gestito un traffico di droga come se fosse stata una reale azienda di famiglia. Si è chiusa con una condanna complessiva a quasi 18 anni di carcere l’operazione "Vallesina3". Caduto il vincolo associativo. Al vertice ci sarebbe stato Salvatore Fontana, 55 anni, boss palermitano con base a Cupramontana. Sotto le sue direttive la moglie Marianna Parisi, 47 anni, palermitana anche lei, di Villabate, la figlia Rosa Fontana, 29 anni, nata a Jesi, e il genero Daniele Paolillo, 32 anni, napoletano. La presunta cupola familiare aveva anche l’appoggio del fratello del boss, Vittorio Fontana, 52 anni, e del nipote Riccardo Fontana, 31 anni (figlio del fratello), nato ad Ancona. A cinque mesi dalle sei misure cautelari che furono messe a carico della family dello spaccio, dal gip Carlo Masini su richiesta della Procura distrettuale antimafia con il pm Paolo Gubinelli, per associazione finalizzata al traffico di droga e detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio, sono arrivate le condanne. I sei imputati hanno tutti patteggiato, ieri, davanti al gup Alberto Pallucchini, dopo che la Procura aveva chiesto il giudizio immediato. Il reato di associazione non è stato riconosciuto, sono stati assolti. Salvatore Fontana ha patteggiato a 5 anni, Paolillo e Rosa hanno patteggiato a 3 anni e 10 mesi, Riccardo Fontana a 2 anni, Vittorio Fontana 1 anno e 8 mesi e Marianna Parisi ha patteggiato ad un anno. Erano difesi dagli avvocati Francesca Petruzzo, Michele Zuccaro e Andrea Nobili. La parentela dei Fontana è tutta ancora ai domiciliari, solo il bosso è in carcere. Farlo finire dietro le sbarre, a novembre del 2023, dopo una latitanza di oltre un anno (fu arrestato a Figueres, in Spagna) per scontare una condanna definitiva di 8 anni e mezzo per fatti risalenti al 2015 e relativi all’operazione Damasco, non era bastato a far cessare l’attività di spaccio di famiglia, tra il capoluogo dorico e la Vallesina. Anche da latitante e perfino dal carcere Fontana senior sarebbe riuscito, con cellulari di fortuna fatti passare in cella, a dare disposizioni alla family su come smistare la droga.
Marina Verdenelli