Due anni duri, ma la situazione sta migliorando

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Abele

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Dopo più di due anni dall’inizio della pandemia la situazione sta migliorando, anche se ancora pazienti con Covid o anche solo positivi continuano a esserci. Sono stati due anni molto duri, da quando a fine febbraio 2020 è arrivata la prima paziente e poi i primi di marzo abbiamo rischiato di essere travolti dall’onda lunga di pazienti. Per due mesi abbiamo vissuto come in apnea, come se non dovesse finire mai. Le difficoltà da affrontare sono state tante: il doversi proteggere per non venire contagiati (un grazie va dato alla direzione dell’ospedale: mascherine, guanti, camici non sono mai mancati, oltre alla pressione negativa installata da subito in tutti i reparti dove venivano ricoverati i pazienti); una malattia sconosciuta con una polmonite ben peggiore di quelle che siamo soliti trattare; pazienti da mettere in posizione prona per trattare la carenza di ossigeno; la necessità nei casi più gravi di utilizzare l’ossigenazione extracorporea (Ecmo) per vicariare il polmone non più funzionante; il dover seguire pazienti con ventilazione non invasiva in altri reparti dell’ospedale, perché in rianimazione c’era posto solo per quelli intubati. Un grande grazie va quindi dato a tutto il personale, sia medico che infermieristico: nessuno si è tirato indietro, tutti hanno dato il meglio arrivando a dare veramente tutto se stessi. Ci siamo inventati, primi al mondo, la pronazione prolungata oltre le canoniche 16 ore, più efficace ed efficiente, che adesso viene eseguita in tante altre sedi. Pazienti in Ecmo ne avevamo trattati, ma mai avremmo pensato di doverne trattare 6,7, fino 8 pazienti contemporaneamente. In totale abbiamo utilizzato l’ossigenazione extracorporea in 60 pazienti, arrivati a un passo dalla morte ed alcuni, purtroppo, non ce l’hanno fatta comunque. Ora, si spera, che, grazie ai vaccini e a un’immunità di gregge acquisita, almeno per la malattia grave, il prossimo autunno sia veramente migliore.

* Direttore Clinica di Rianimazione Torrette