Due Gallerie Puccini in pochi metri "Ma quel nome spetta solo a noi"

L’associazione Amia in via Matteotti contesta la scelta fatta dall’altro spazio aperto in via Bernabei "Il loro è solo un marchio di tipo commerciale, ma così si genera confusione tra gli appassionati d’arte"

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Quante Gallerie Puccini ci sono ad Ancona? Una o due? E se sono due qual è quella ‘vera’? Il problema si pone da circa un paio d’anni, da quando cioè in via Matteotti ha aperto la sede dell’Amia Arte Contemporanea – Storica Galleria d’Arte Puccini. Il problema è che dal 2010, nello stesso asse viario, in via Bernabei ha trovato spazio l’Associazione Culturale Galleria Puccini. Precisare bene le denominazioni è importante, perché è (anche) attorno a loro che si gioca la partita. In pratica ognuna delle due parti rivendica di svolgere un ruolo ben preciso: continuare la tradizione della galleria che originariamente si trovava in via Curtatone, dove rimase dal 1959 al 1989. Sono decenni in cui a presiederla fu l’indimenticato Alfredo Trifogli. Nel 1984 nacque l’Amia (Associazione marchigiana iniziative artistiche), chiamata a curare l’attività espositiva della ‘Puccini’. Nasce anche lo statuto, e si registra che l’associazione opera come Galleria Puccini. E’ la prima parte della storia che racconta il consiglio direttivo dell’Amia. Una storia che si complica un po’ con il passare del tempo, fino ad arrivare all’attuale ‘impasse’. Il problema, ammesso da entrambi i contendenti, è quello di generare confusione tra i cittadini, soprattutto tra gli appassionati d’arte (anche forestieri). La breve distanza che separa le due sedi non fa che peggiorare le cose.

Ma qual è allora la vera Galleria Puccini? In via Bernabei rivendicano il fatto di aver registrato il marchio Associazione Culturale Galleria Puccini nel 2010. Stefano Tonti, membro del consiglio direttivo dell’Amia, replica che quello è solo un marchio di tipo commerciale. Quello che conta è la personalità giuridica, appartenente solo alla Galleria Puccini dell’Amia, quella che ha riaperto i battenti in via Matteotti. "Loro legalmente non hanno ereditato il nome Galleria Puccini. E non possono dire che l’unica è la loro. Undici anni fa si sono presi il nome, arbitrariamente, e hanno ricalcato deliberatamente e alla lettera lo statuto dell’Amia e le finalità della storica Galleria d’Arte Puccini". Tonti parla di "mistificazione", e replica all’accusa che la ‘prima’ galleria a un certo punto sia come scomparsa. "Dal 2001 abbiamo continuato a operare stabilmente ad Ancona: fino al 2009 a Palazzo Camerata, e in altri luoghi come il Rettorato e l’Atelier dell’Arco Amoroso. Oggi la Galleria d’Arte Puccini prosegue un’ininterrotta tradizione espositiva secondo l’originaria, univoca e specifica identità unanimemente riconosciuta, che non si può disperdere, né tanto meno delegare, o rinunciarvi, non fosse altro per il rispetto che si deve al lavoro di personaggi come Alfredo Trifogli". Se c’è "un problema di identità e riconoscibilità" o "confusione", per Tonti "ciò non dipende certo da noi, ma dall’esito della loro scelta del nome". Insomma, gli ‘usurpatori’ sarebbero quelli di via Bernabei, che ovviamente non sono d’accordo. Le nostre pagine sono a loro disposizione per una eventuale replica alle ‘accuse’.

Raimondo Montesi